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Napoli – “Gli esperti di flussi elettorali sostengono che la candidatura in Campania come capolista di Silvio Berlusconi sarebbe un valore aggiunto formidabile, pari almeno a 40.000 voti. Potrebbe anche essere. Ma basterebbe questo per capovolgere un risultato che vede De Luca crescere giorno dopo giorno? Non sarebbe utile inserire nelle liste tutti i parlamentari campani, i consiglieri comunali di Napoli, e perché no anche gli eurodeputati? Tutti in spirito di servizio per uscire da una morte certa”. La sortita di Amedeo Laboccetta, ex deputato berlusconiano, non deve sorprendere né scandalizzare nessuno. Laboccetta è stato uno dei principali difensori della candidatura di Stefano Caldoro a presidente della Campania per il centrodestra: personaggio esperto, abituato a dire le cose come stanno, lancia un segnale preciso alla classe dirigente (se esiste) della coalizione campana. Un segnale che, a leggere tra le righe, è anche una provocazione: probabilmente Laboccetta ha fiutato un disimpegno rispetto alle regionali di alcuni big di Forza Italia e Lega. L’aria che si respira è quella della corsa a scendere dal carro del probabile sconfitto, Stefano Caldoro, la cui campagna elettorale, fino ad ora, è sostanzialmente basata su zero proposte e quello slogan, “siamo ultimi”, che risulta repellente ad ogni cittadino campano che abbia un minimo di orgoglio. Lo stesso Gaetano Amatruda, storico portavoce di Caldoro, sarebbe sul punto di lasciare lo staff per candidarsi con Forza Italia a Salerno, se cadranno i veti su di lui degli “azzurri” locali.