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Napoli – Lo stop al cantiere di piazza del Plebiscito sembra proprio non essere andato giù a Palazzo San Giacomo. All’indomani della sospensione disposta ieri dal Ministero dei Beni culturali, l’assessore comunale alle Infrastrutture, Mario Calabrese, parla senza mezzi termini di “mondo a due velocità” e di “procedura mai vista in Italia“. Non solo, stando a quanto sostenuto dall’esponente della giunta de Magistris, il rischio è che adesso la ditta esecutrice dei lavori decida di rivalersi sul Comune, creando così «un grave danno alle casse del Municipio e ai contribuenti».

Il cantiere per la realizzazione della camera di ventilazione della futura stazione della Linea 6 ha del resto suscitato da subito più di qualche perplessità. A contestare l’opera, che prevede l’installazione di griglie proprio a due passi dal colonnato di piazza del Plebiscito, sono state numerose realtà dell’associazionismo locale, dal Fai a Italia Nostra passando per Cittadinanza attiva in difesa di Napoli. La querelle è stata tra l’altra oggetto di un’interrogazione parlamentare portata in aula nei giorni scorsi dai senatori del M5S Franco Ortolani e Vincenzo Presutto. Da qui al successivo stop imposto dal Mibac il passo è stato decisamente breve. Fin troppo per l’assessore alle Infrastrutture, che oggi non le manda a dire: “In Italia non si è mai vista una procedura del genere. Si decide addirittura di fermare un lavoro in corso cagionando danni economici alle imprese nonostante l’approvazione del progetto“. Il professore Calabrese, dal canto suo, ritiene che l’Amministrazione abbia fin qui fatto la migliore delle scelte possibili: “Sotto al Plebiscito era già presente il vecchio scavo abbandonato della Ltr. L’analisi costi-benefici era favorevole a questa opzione, piuttosto che all’ipotesi di aprire un nuovo cantiere nella vicina piazza Carolina, dove però avremmo dovuto realizzare ex novo uno scavo da 800 metri cubi”. Insomma, l’assessore comunale si dichiara più che sicuro del proprio operato: “Il progetto era stato finanche formalizzato in delibera nell’aprile scorso ricevendo il parere favorevole della Soprintendenza. Trovo assurdo che adesso arrivi uno stop a un’opera già avviata soltanto su impulso dell’interrogazione di due parlamentari. Allora eliminiamo le griglie da tutte le piazze storiche italiane? Stiamo arrivando al paradosso del “no a tutti”. Il ministero, piuttosto che colpire i diritti dei cittadini napoletani, accetti di incontrarci e gli forniremo tutti i chiarimenti del caso. A rischio, vale la pena ricordarlo, ci sono 98 milioni di euro di fondi europei che devono però essere rendicontati entro la fine del 2019.