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Aprono con un omaggio a Franco Di Mare, chiudono con un appello a fermare “il rigurgito guerrafondaio che attraversa l’Europa”. È una corsa a perdifiato, quella della lista Pace Terra Dignità, creatura di Michele Santoro. Prima la caccia alle firme, per presentarsi alle Europee. Ora lo sbarramento del 4% (“Ma i sondaggi ci danno in crescita”). Nella Galleria Principe di Napoli ci sono i candidati campani. Dall’europarlamentare uscente Piernicola Pedicini, segretario del Movimento Equità Territoriale, a Domenico Ciruzzi, ex vice presidente dell’Unione Camere Penali. In videocollegamento da Bruxelles appare l’italo-palestinese Noor Shihadeh, anche lei in lista nella circoscrizione Sud. “Non possiamo più assistere inermi – insorge la giovane ricercatrice – a un’Europa che continua ad armare Paesi che commettono crimini di guerra sotto gli occhi di tutti”.

Il clima è questo. Da lotta gandhiana, ma pur sempre lotta. La pace è ancora un tabù. C’è un convitato di pietra, in questa campagna elettorale. Ed è proprio la guerra, di cui mai si parla. E c’è un filo rosso tra Franco Di Mare, giornalista Rai appena scomparso, e i conflitti nel mondo. La sua testimonianza struggente in tv, pochi giorni prima di andarsene. Il mesotelioma, contratto da inviato di guerra nei Balcani. Perché “di guerra – ammonisce l’avvocato Elena Cocciasi muore anche dopo anni. La guerra uccide anche solo se la racconti”. Da penalista, Ciruzzi si lancia in un suggestivo parallelo. “I cittadini per risolvere le controversie – spiega – si affidano a un giudice, e allo stesso modo gli stati per risolvere i loro conflitti dovrebbero rivolgersi ad un meccanismo di mediazione diplomatica e non alle bombe”. Il diritto si affaccia più volte, in questa mattinata. Del resto non pochi sono i giuristi.

Esiste un diritto alla pace?” si chiede Coccia, legale di tante battaglie per la parità di genere, moderatrice dell’incontro. E la risposta sarebbe affermativa, guardando allo statuto dell’Onu, o alla dichiarazione di Istanbul del 1969, adottata alla Conferenza internazionale della Croce Rossa. Oppure a quanto proclama l’Unesco. Tuttavia, questo “non è accaduto” sottolinea Coccia. C’è un grande solco tra i valori proclamati e la prassi degli organismi sovranazionali. Pedicini rievoca i voti espressi in solitudine all’Europarlamento, nel “rispetto dei trattati internazionali e dei principi fondativi” dell’Unione Europea. Invoca un’Europa promotrice di percorsi di pace e tavoli negoziali. “Spendere sempre più soldi pubblici per le armi – sostiene l’eurodeputato sannita – vuol dire toglierne sempre più ai territori più deboli, al sud”. Ciruzzi ricorda: “La pace è la precondizione per la tutela di tutti gli altri diritti: libertà, giustizia eguaglianza”.

Non solo pacifismo, ma opera di denuncia. Tra i vetri della galleria filtrano gocce di pioggia, e riecheggiano gli scandali del Qatargate, i lobbysti assiepati nel parlamento europeo, le rapaci multinazionali americane. “È una scelta di campo – afferma Sandro Fucito, presidente della Municipalità di Napoli Est – tra la nostra lista ed una nozione squallida, decrepita e triste della politica”. Il messaggio è recapitato a tutti, a partire dagli “amici della sinistra istituzionale”.