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Una corsa contro tutti, per la lista di Michele Santoro: il tempo tiranno, le lobby della guerra, la retorica occidentalista. Servono firme, per presentarsi alle Europee. Il gazebo della lista “Pace Terra Dignità” fa tappa in via Scarlatti al Napoli, quartiere Vomero. A fare da testimonial lo street artist Jorit. “Quando Michele mi ha chiesto di venire qui a sostenere il banchetto sono venuto subito” dice l’artista. Michele, cioè Santoro, sarà capolista nella Circoscrizione Italia meridionale. Per lui si profila un derby col suo ex inviato Sandro Ruotolo, assai papabile candidato Pd.

Ma Santoro non sarà l’unico giornalista di grido, nella lista pacifista. Con lui nomi quali Angelo d’Orsi, Fiammetta Cucurnia ed il 93enne Raniero La Valle. In lista anche l’eurodeputato uscente Piernicola Pedicini, sannita ex m5S, oggi segretario nazionale del Movimento Equità Territoriale. Sotto il gazebo per le firme, un altro candidato come l’avvocato Domenico Ciruzzi, ex vicepresidente dell’Unione Camere penali, volto di tante battaglie per i diritti civili. Pedicini punta il dito contro la “mancanza di rappresentanza della volontà dei cittadini italiani ed europei”. Secondo lui “la maggioranza della popolazione vuole un percorso di pace e un tavolo negoziale per la via diplomatica”. Ma l’Unione Europea, per non parlare della Nato, ascolta solo “la grande industria, meglio se bellica”.

I venti di guerra soffiano anche qui, sull’area collinare. Proprio nel mezzo dello struscio domenicale. Spirano dall’Ucraina, ma pure dalla Palestina. E diversi cittadini iniziano a manifestare ansia. Preoccupa il futuro, anzitutto per i figli. Per Ciruzzi, senza giri di parole, “votare per la lista Santoro significa votare per la pace, dare uno scossone ai partiti politici, per far finire questo orrore indecente”. Jorit schiva le polemiche sulla foto con Putin, cronaca del 7 marzo scorso. Ma puntualizza: “La guerra non è iniziata due anni fa, ma 10 anni fa”. Ripercorre i suoi viaggi nel Donbass. “Le popolazioni là – ripete – non vogliono essere liberate come diciamo noi, non vogliono stare con Kiev, è una grande bugia”. Lo street artist vede “forze che si muovono nell’ombra, che stanno spingendo per la guerra a tutti i costi“. Anche lui addita i “grandi interessi nel complesso militare-industriale”. Poi punzecchia Meloni (“una premier che assolutamente non lotta per la pace”). Infine evoca “un clima da paura”, come alla vigilia della Prima guerra mondiale. Intanto, e per davvero, un vento gelido si alza anche al Vomero.