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Lungomare blindato, e scontri per Vannacci a Napoli. Ancora una volta, il generale non passa inosservato. E lui prima fa l’ironico, ringraziando i contestatori (“danno lustro all’evento”). Poi parla di “quadro inquietante”, aggiungendo però spavaldo: “Non temo per la mia incolumità”. Sono ore di tensione, in largo Nazario Sauro. Sullo sfondo c’è il golfo di Napoli, in strada la polizia in assetto anti sommossa. È transennata l’area intorno al Teatro di Arte Vesuvio. Dentro Vannacci presenta l’ultima fatica letteraria, “Il coraggio vince”. Non c’entra la Lega, ma di fatto è la prima uscita da candidato alle Europee. “È indegno di un Paese civile – insorge subito- un cordone di polizia per presentare un libro”. E in effetti, fuori il clima si surriscalda. A dispetto di una pioggia intermittente.

Sono in piazza gli attivisti Lgbtq, riuniti dalla sigla Che F.a.t.t Pride. In circa 70 partono da piazza del Plebiscito, scandendo slogan contro l’ufficiale. A ridosso del teatro, provano a forzare il blocco. Qualche transenna vola in aria. E parte anche una carica della polizia. “Vannacci diffonde odio” accusa l’Arcigay. E in una nota annuncia un esposto alla Procura di Napoli. “Nessun cittadino – afferma l’associazione- può rivendicare disprezzo verso minoranze”. In sala, il generale giura invece di essere “per il confronto civile”. E dunque “non capisco perché non vengano in pace, li ascolterei”. Poi alza ancora la posta, quando gli domandano delle guerre. “Da militare – assicura – sono il primo pacifista, quindi auspico che la pace venga raggiunta con qualsiasi mezzo, soprattutto con la negoziazione”. E in un crescendo promette: “Mi adopererò perché questo obiettivo sia raggiunto”.

Ma sull’happening aleggia lo spettro dell’ultima polemica. Lui smentisce ancora la frase sulle classi separate per i disabili. “Non devo scusarmi – ruggisce – di qualcosa che non ho detto e non penso”. Raccoglie applausi dei fan. Ma non manca qualche battibecco con i giornalisti. L’aria si scalda pure in platea,  il tema è molto sensibile. Alla fine, rimbalzano in teatro i rumors sulla presunta ineleggibilità. Secondo alcuni, la prevedrebbe una norma dell’ordinamento militare. Riguarderebbe gli ufficiali in servizio nella circoscrizione dove si candidano. “Non ne so nulla” replica il generale. Ci pensa un istante: “Stupidaggini. A me non risulta”.