Nel cuore di Napoli, all’esterno dello stadio Diego Armando Maradona, è apparso uno striscione firmato dalla “Curva A” dei tifosi azzurri che recita: “L’odio non muore. Ciro vive”. Questo messaggio, semplice ma potente, richiama alla memoria un tragico evento che ha segnato profondamente la tifoseria partenopea e non solo: la morte di Ciro Esposito.
Ciro Esposito era un giovane tifoso del Napoli che perse la vita nel 2014, a seguito di uno scontro violento avvenuto prima della finale di Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina, disputata a Roma. Ciro venne colpito da un colpo di pistola sparato da Daniele De Santis, un tifoso della Roma. Nonostante i disperati tentativi di salvarlo, Ciro morì dopo 53 giorni di agonia, lasciando un vuoto incolmabile nei cuori dei suoi cari e di tutta la tifoseria napoletana. Lo striscione della Curva A non è solo un omaggio alla memoria di Ciro Esposito, ma anche un chiaro messaggio di sfida e resistenza. “L’odio non muore” simboleggia il dolore e la rabbia che ancora pervadono i tifosi del Napoli nei confronti di quell’atto di violenza insensata. “Ciro vive” rappresenta l’idea che il ricordo di Ciro non sarà mai dimenticato e che il suo spirito continua a vivere attraverso la passione e la dedizione dei tifosi partenopei. Questo striscione, inoltre, si inserisce in un contesto di tensioni storiche tra le tifoserie di Napoli e Roma, esacerbate da quell’episodio tragico. La figura di Daniele De Santis, condannato per l’omicidio di Ciro Esposito, resta un simbolo di quella rivalità aspra e dolorosa. Le parole della Curva A sono un monito e un ricordo permanente di una ferita che ancora sanguina.
La morte di Ciro Esposito ha rappresentato uno spartiacque per il mondo del calcio italiano, mettendo in luce la necessità di un impegno più deciso contro la violenza negli stadi e tra i tifosi. Lo striscione della Curva A è molto più di un semplice messaggio: è una testimonianza di un dolore ancora vivo e di una memoria che si rifiuta di svanire. È un grido di battaglia contro l’oblio e un omaggio a un giovane la cui vita è stata spezzata troppo presto. Mentre il calcio continua a essere un campo di passioni e rivalità, il ricordo di Ciro Esposito rimane un richiamo alla necessità di pace e rispetto reciproco, affinché tragedie simili non si ripetano mai più.