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Nel primo pomeriggio, in tutt’Italia, si contano 1850 iscritti sulla piattaforma interessati all’incontro di presentazione del manifesto Controvento: quello pensato da Davide Casaleggio per “ricordare i principi e i valori delle origini” e raggruppare i grillini puri e duri che proprio non accettano la mutazione genetica alla quale, secondo loro, è stato sottoposto ingiustamente il Movimento al punto da farlo ritrovare nel calderone della maggioranza e del governo Draghi.

Fino alle 19, ora d’inizio della riunione online, la consigliera regionale Maria Muscarà, unica dissidente del gruppo campano, è sicura che si moltiplicheranno.

“Io, per strada, ancora non ho incontrato un solo nostro militante convinto della bontà di entrare a far parte di questa maggioranza e di questo governo”.

La conta, quindi, non ha un esito scontato. Lo stesso 60-40 con il quale la piattaforma Rousseau ha benedetto la mutazione politica dei Pentastellati facendoli dire sì al governo Draghi, in Campania soprattutto, è a rishio ribaltone.

“Io ne sono convinta. E i primi passi del governo Draghi mi pare proprio che mi diano ragione: d’altra parte, come si dice qui a Napoli, non ci voleva la zingara…”, sostiene la Muscarà.

Nessun imbarazzo, nessun timore di subire procedimenti o, peggio, un’espulsione, quindi: “Non temo nulla. Io rispetto l’impegno elettorale che ho preso con la gente che mi ha votato e con i militanti. Nel 2013, del resto, tutti ci schierammo convintamente contro il governo Monti. E non vedo proprio perchè dovremmo, invece, sostenere ora questo di Draghi che è peggio ancora…”

Tornando alla conta, allora. Dalla parte di Casaleggio, oltra la Muscarà, sono attesi l’ex candidato a sindaco di Napoli del Movimento, Matteo Brambilla e i 6 parlamentari campani freschi di purga proprio per aver votato no alla fiducia a Draghi: Luisa Angrisani, Silvana Giannutti, Virginia La Mura, Vilma Moronese, Giovanni Russo e Fabio Di Micco.

In mezzo al guado ci sono altri due parlamentari campani che non hanno votato per il Governo, ma hanno giustificato la loro assenza in Parlameto in quell’occasione con tanto di certificato medico: Carmen Di Lauro, di Castellammare e Sergio Vaccaro, di Volla.

“Molti altri che sono andati a Roma, compreso Roberto Fico – attacca la Muscarà – spesso si sono rinchiusi nel Palazzo senza spiegare più le loro posizioni e, soprattutto, smettendo di confrontarsi davvero. E pensare noi eravamo quelli dello streaming”. E quelli che dovevano aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno.

Invece, la piattaforma Rousseau ora è criticata per essere assai poco trasparente e Enrica Sabatini, una socia della Casaleggio & associati, ha detto che può essere venduta anche ad altre forze politiche.

Ma non è che così arriva il messaggio che si tratti solo di una questione economica e commerciale, anzichè di un principio politico quella per la quale vi battete? “Assolutamente no. Noi siamo stati selezionati ed eletti grazie alla piattaforma che garantisce vera democraticità e partecipazione – risponde la consigliera Muscarà – Casaleggio fa bene a rivendicare le 450.000 euro che gli eletti, fra consiglieri regionali e parlamentari, non gli hanno versato. Io tutti i mesi gli giro le mie 300 euro. Imbarazzati, quindi, dovrebbero essere loro, non certo io”.

“E le dirò di più: non ho nulla da obiettare nemmeno ora che mettono a disposizione anche degli altri partiti la piattaforma. Del resto, Casaleggio padre l’aveva predetto: ci denigrano, ma verrà il giorno che vorranno copiarci”.

“I limiti di Rousseau – conclude la Muscarà – non sono della piattaforma Rousseau in sè, bensì derivano da qualche capo politico che l’ha voluta utilizzare strumentalmente inserendo qualche domanda indegna per blindare qualche scelta politica che aveva preso in separata sede”.

Come dire: non c’è bisogno che scocchino le 19 di stasera per far iniziare la conta.