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Napoli – Nel giorno in cui il Movimento 5 Stelle rischia di spaccarsi definitivamente dopo l’addio della parte legata a Casaleggio con Beppe Grillo da un lato e Giuseppe Conte dall’altro, a Napoli, sorge una domanda.

Quanti napoletani che hanno votato i pentastellati sono pronti a seguire le indicazioni dell’ex premier e a votare Gaetano Manfredi, benedicendo il nuovo corso caratterizzato dall’alleanza con il Partito Democratico e il resto del centrosinistra?

Questa mattina, sul Corriere del Mezzogiorno, è apparsa una percentuale che fa tirare all’ex rettore e all’ex ‘avvocato del popolo’ un gran sospiro di sollievo: l’85%. 

Chi lo ha dato questo numero? La società “Consenso” di Daniel Fishman, l’esperto di comunicazione ingaggiato da Manfredi.

Ora. Potrà essere un numero soggetto a mille altre incognite da qui a quando si apriranno le urne. Ma, nel frattempo, c’è da registrare anche un altro fatto che lo supporta.

La consigliera comunale Marta Matano, infatti, si è sfilata dai duri e puri che chiedono di tornare al Movimento delle origini, quello che aveva come dogma “alleati con nessuno”.

Nella lettera che oggi i ribelli alla linea Conte hanno inviato a Beppe Grillo non compare il suo nome. Ma solo quello dei portavoce alle Municipalità, al Comune di Napoli e alla Regione Maria Muscarà, Matteo Brambilla, Tina Formisani, Stefano Capizzi e Salvatore Morra.

“Sentiamo fortemente il dovere etico, morale e civico, di non riconsegnare Napoli a chi l’ha portata agli ultimissimi posti per qualità di vita”, si legge, tra l’altro, nella lettera inviata all'”Elevato” per chiedere l’uso del simbolo in vista delle prossime elezioni.

Non sfuggirà che il riferimento critico è soprattutto alla gestione del centrosinistra. Come, questa mattina, non è sfuggito che sul Mattino, Maria Muscarà ha messo nel mirino solo uno dei candidati sindaci in campo: Gaetano Manfredi. “E’ stato imposto da Roma e ha bisogno di Google Maps per spostarsi da piazza Dante al Plebiscito”, ha fatto presente la consigliera regionale.

Facendo contento l’altro principale competitor della corsa per San Giacomo: Catello Maresca, lasciato buono buono. Tant’è vero che il candidato a metà tra civismo e centrodestra ha postato l’articolo del Mattino sul suo profilo Facebook.

Del resto, anche lui sostiene di non sentirsi “nè di destra nè di sinistra”. E già da tempo ammicca ai grillini. Rappresentassero pure il 15% dell’elettorato dei bei tempi che (per loro) furono.