- Pubblicità -
Tempo di lettura: 3 minuti

L’altra faccia del boom turistico: le accuse di flop organizzativo. Un bilancio pasquale in chiaroscuro, per Napoli. L’assalto di 230.000 turisti, secondo le stime, e il contraltare dei disservizi. Dopo i tassisti, altre categorie puntano il dito. “La verità – sostiene Adolfo Vallini dell’Usbè che siamo incapaci di poter accogliere un flusso di turisti così forte come quello arrivato a Napoli durante le festività pasquali“. Nei giorni scorsi, il sindacato di base non ha lesinato critiche. Impietosi foto e video diffusi. Lunghissime file all’esterno dell’aeroporto di Capodichino, con i visitatori in attesa degli Alibus, i mezzi Anm di collegamento con la città. Stesse scene nella stazione Garibaldi del metrò, con il secondo ingresso chiuso. “Facciamo fatica ad accogliere la normale utenza – spiega Vallini -, parlo di studenti, pendolari e turisti nei giorni normali. Figuriamoci quando arrivano 200.000 turisti da tutta Italia e tutto il mondo come possiamo fare a supportare una domanda di mobilità così forte“. In pratica “non siamo in grado con le attuali risorse di mezzi e personale”.

I trasporti sul banco degli imputati, dunque. Ma non solo. “Il servizio di accoglienza è troppo limitato, poi – afferma Agostino Ingenito, presidente dell’Abbac (Associazione dei B&B, Affittacamere Case Vacanze) – c’è il problema dei bagni chimici che non ci sono”. Insomma “malgrado gli sforzi dell’amministrazione, manca un’ organizzazione più strutturale, che non può essere estemporanea, in base a numeri preventivati”. Per Ingenito “il test pasquale ha dimostrato quanto sia ancora lontana quell’efficienza che una citta che si definisce turistica dovrebbe avere”. Inoltre “a fronte di milioni di euro incassati di imposta di soggiorno, l’ente locale fa fatica a garantire servizi di mobilità e di accoglienza”. L’Abbac chiede un tavolo urgente con gli assessori delegati e il sindaco. Ingenito, ad esempio, si domanda “che fine ha fatto il finanziamento ministeriale ottenuto per avere degni e stabili centri di accoglienza turistica comunali”. Oppure “in che modo sono state spese sinora le risorse dell’imposta di soggiorno con eventi ed iniziative risibili e poco incisive”. Tra le soluzioni invocate, una task force permanente su mobilità metropolitana e decoro.

Sul piede di guerra anche alcune associazioni. “File a Capodichino, alla metro, sporcizia – riassume Pierluigi Troise di Cittadinanza Attiva in Difesa di Napoli -, una città che non sa gestire il turismo“. L’associazione sta valutando “di denunciare la vergogna del ticket turistico per l’ascensore di monte Echia, come se non pagassero già tassa di sbarco ed imposta di soggiorno per avere zero servizi”. Anche secondo un post di Annapaola Orsini, presidente di Acmè Napoli, “la città non supera la prova pasqua”. Le criticità sono quelle ricorrenti. “Molti disagi – ricorda Orsini -, mezzi di trasporto, bus metro ed anche taxi introvabili”. Realtà “che per i turisti allibiti sono inimmaginabili, per chi viene, senza andare troppo lontano, da dove l’efficienza dei servizi pubblici, compresi la disponibilità dei bagni, non è nemmeno in discussione”. Orsini trova “le nostre magnificenze per bellezza storia e cultura uniche, umiliate da chi pur sapendo da tempo che prevedibilmente sarebbero arrivate 200mila presenze, non si attiva per creare condizioni, anche con l’ausilio di associazioni, volontari e turni straordinari”. E infine incalza: “Si tirino fuori i nomi, gli uffici responsabili di tanta vergogna vacanziera“. Ma sino ad ora, tutto tace nelle stanze dei bottoni.