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NAPOLI – Venti giorni. Se da qui ai primissimi giorni di maggio il centrosinistra napoletano non avrà un nome unitario da candidare a sindaco assieme al Movimento 5 Stelle, il segretario nazionale del Pd Enrico Letta ha detto che vuole le primarie.
 
Il grande tabu del centrosinistra napoletano da giusto 10 anni, dalla notte dei lunghi coltelli tra Umberto Ranieri e Andrea Cozzolino del 2011, quindi, è uno spettro che continua ad agitare innanzitutto il Partito Democratico.
 
Per questo, l’attuale segretario del Pd Napoli, Marco Sarracino, sta lavorando a testa bassa per scongiurarle.
 
E, per sua fortuna, continua ad avere almeno 2 nomi da calare sul tavolo della coalizione al fine di scovare il coniglio dal cilindro: l’unità, appunto. Il primo è quello di Gaetano Manfredi. Il secondo è quello di Roberto Fico.
 
Con la tempistica dettata da Letta, c’è da dire, però, che il primo accumula ulteriori chance per essere quello del vero candidato.
 
Per Fico, infatti, si dovrebbe trovare un suo sostituto sulla poltrona della presidenza della Camera dei Deputati. Un passaggio che, a Roma, viene giudicato non proprio agevole, anche in tempi di governo di unità nazionale.
 
E così. Il tavolo del centrosinistra più il Movimento 5 Stelle si riunirà di nuovo nei prossimi giorni prendendo in esame in primis il nome dell’ex rettore della Federico II nonchè ex ministro dell’Università a cui difficilmente qualcuno potrà dire di no: compresi i grillini, dato che Manfredi è stato uno degli uomini del governo giallorosso del loro leader (in pectore) Giuseppe Conte.
 
E, soprattutto, compresa quella parte del Pd più vicina al Governatore Vincenzo De Luca. L’ex rettore è vicinissimo al numero uno di Palazzo Santa Lucia. E quindi, le liste che fanno riferimento a lui così come Italia Viva, che con la coordinatrice cittadina Graziella Pagano l’ha proprio dichiarato, lo accetterebbero con gran piacere.
 
Evitare le primarie, del resto, sembra un mantra non solo per la segreteria del Pd. Ma anche per Articolo Uno, ad esempio: “Siamo per ricercare l’accordo politico di una coalizione progressista larga”, fa sapere il segretariio dei bersaniani di Napoli, Francesco Dinacci.
 
A scalpitare, invece, sono ancora una volta i Verdi: “La via maestra sono le primarie. Letta ha ragione quando dice “sono sempre stato contrario ad accordi blindati chiusi in segrete stanze” – ragiona Fiorella Zabatta, dell’esecutivo nazionale nonchè delegata degli ambientalisti al tavolo del centrosinistra napoletano.
 
Basterà un cenno di De Luca, però, per farli rientrare su Manfredi. Da qui a venti giorni.