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Da una parte quei consiglieri comunali di Napoli che scalpitano e vogliono tornare in Aula – fisicamente – dalla prossima settimana. Dall’altra quelli che chiedono di adottare la modalità telematica, così come fatto per le commissioni consiliari.

Bagarre nella Conferenza dei capigruppo di oggi durata oltre tre ore, di cui due a discutere di questo: se tenere il Consiglio comunale dal vivo o in videoconferenza. Alla fine prevale la seconda posizione e il Consiglio telematico sull’emergenza Covid-19 viene fissato per il 28 aprile. Ma le opposizioni con Pd, Forza Italia, Italia Viva, Lega e alcuni consiglieri del gruppo misto non ci stanno, così annunciano che non parteciperanno. “A questo punto ci autoconvocheremo” comunica a gran voce il capogruppo Pd, Aniello Esposito al presidente del Consiglio comunale, Sandro Fucito. “Ci vedremo nel cortile del Maschio Angioino e magari chiameremo anche la stampa” propone il capogruppo di IV, Carmine Sgambati. “Il Consiglio deve tenersi de visu o niente” ribatte durante la Conferenza dei capigruppo il consigliere comunale di Forza Italia, Salvatore Guangi.

Ovvero riunendo nella Sala dei Baroni del Maschio Angioino 40 consiglieri comunali, più il sindaco, tutta la giunta comunale e il personale comunale previsto per l’Assise cittadina. “Convocare il Consiglio non significa esporre a un rischio i consiglieri – afferma convinto Sgambati -, ma significa evitare un rischio ai napoletani. Il Consiglio deve lavorare, discutere, votare e il sindaco relazionare in Aula. Capisco il Coronavirus, ma non possiamo uccidere la democrazia”. Tra i contrari Mario Coppeto, il consigliere comunale colpito e guarito dal Covid-19, che cerca durante la riunione telematica di chiamare tutti alla responsabilità perché non è ancora il momento di tornare in Aula.

Così come il consigliere di maggioranza del gruppo Dema, Rosario Andreozzi per cui esistendo una soluzione alternativa e sicura, non c’è alcuna ragione per riunirsi in Aula, ancora in emergenza Coronavirus. D’accordo alla modalità telematica anche il consigliere del Movimento Cinque Stelle, Matteo Brambilla che però pone una condizione: il sindaco di Napoli dovrà essere presente con la telecamera sempre accesa.