È partito a Napoli un anno e mezzo fa, in modo discreto, per iniziativa dello storico Giuseppe Aragno. E ora punta a raccordare i partiti del Centrosinistra e la società civile. “Uniti per fermare le destre” recita il manifesto del tavolo. Oggi la prima uscita pubblica, nella sede del Gruppo 19 al Vomero, in via Sacchini. “È un laboratorio che ha tutte le possibilità di diventare da esperimento locale a nazionale” spiega Aragno, portavoce della Rete Costituzione e Antifascismo. Il primo documento è stato sottoscritto da Giuseppe Annunziata, segretario metropolitano del Pd, Gilda Sportiello, coordinatrice M5S di Napoli e provincia, Stefano Ioffredo, segretario provinciale Sinistra Italiana, Andrea Balia, responsabile campano del Partito del Sud. Tra i primi aderenti anche il Movimento internazionale della riconciliazione, con il presidente nazionale Ermete Ferraro, e l’Officina dei saperi.
“Non è una cosa velleitaria né un’illusione” giura l’ideatore. Al progetto, anzi, guardano con interesse i leader nazionali delle opposizioni. “Mi sono trovato a Roma invitato per vedere un documentario su cosa sta accadendo a Gaza – racconta Aragno – , ho avuto modo di parlare con personalità dii primo piano come Giuseppe Conte e Laura Boldrini, entrambi sapevano già cosa stavamo facendo, erano d’accordo e ci spingevano ad andare avanti”. A originare tutto è stata una convinzione. “Siamo di fronte – sostiene lo storico – ad un cambiamento politico senza precedenti: la destra che ci governa è estrema e pericolosa”. Il rischio paventato è di una “svolta autoritaria”. Il governo Meloni, in sostanza, “è deciso a modificare gli equilibri sociali del Paese”.
Tre le riforme considerate più preoccupanti. L’Autonomia differenziata (“Rende il sud una colonia del nord“), il premierato “forte”, che “cancella il ruolo del presidente della repubblica”, e la legge sulla sicurezza. Lo scenario politico è denso di riflessioni. “Una sinistra divisa – dice Aragno – impone un ragionamento su quello che ci unisce e quello che ci divide”. Secondo i partecipanti, le divisioni sono “assai meno” dei punti in comune. “Pd, M5s e Sinistra Italiana – afferma lo storico – hanno radici profonde nella Costituzione”. Oltre a Ioffredo, Ferraro e Balia, al debutto erano presenti pure Francesco Lastaria, membro della segreteria metropolitana del Pd, Ciro Borriello, capogruppo pentastellato al consiglio comunale di Napoli, e Antonio Luongo, vice presidente nazionale del Partito del Sud.