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Napoli – “Lo stadio San Paolo resti al Santo che ci ha portato Gesù! Sento con umiltà la grande responsabilità di dirvelo”.  Sono le parole che il prete dei Decumani ha condiviso con molti confratelli, riportate oggi sulle pagine de Il Mattino. “Eminenza Reverendissima – scrive infatti don Giuliano trovo veramente triste che mentre i potenti cancellano i nomi e i segni della fede dalle nostre città, noi cristiani restiamo in silenzio o peggio li appoggiamo. Il Consiglio dei decani potrebbe valutare la proposta della doppia titolazione, sicuramente equilibrata, e poi passarla ai presbiteri”. Si cerca un compromesso e in caso contrario – continua sempre Il Mattino – i sacerdoti napoletani chiedono l’intervento diretto del cardinal Sepe.

Anche Don Tonino Palmese, sacerdote storicamente impegnato con Libera e presidente della fondazione Polis, ha scritto al prefetto Marco Valentini, rendendosi promotore di un appello che logicamente non riscuote il sostegno dei tifosi azzurri. “Lo stadio San Paolo resti al Santo che ci ha portato Gesù! Sento con umiltà la grande responsabilità di dirvelo”, recita nella sua lettera al Prefetto di Napoli. “Ho assistito con dolore come con un colpo di spugna alla cancellazione del titolo San Paolo allo stadio della nostra città per sostituirlo con il nome di Maradona. Ovviamente è più che giusto che il calciatore venga onorato il meglio possibile. Mi permetto però di ricordare che San Paolo l’Apostolo delle genti venne in quel territorio per annunciare per primo Gesù morto e risorto”.