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Napoli – «Per la tipologia della criminalità che l’assedia, per le stesse condizioni esistenziali che caratterizzano Napoli, per le difficoltà legate alla vastità, complessità e densità del territorio, oltre che alle caratteristiche specifiche di una sottocultura camorrista che va al di là dei gruppi armati e che domina in molte zone della città, il capoluogo partenopeo rappresenta una realtà unica in Italia sul piano della sicurezza, e per questo richiede misure straordinarie e interventi massicci a sostegno dell’operato delle Forze dell’ordine. Devono subito arrivare le 600 unità in più di cui ha parlato il ministro Salvini e ancora molto altro».

È quanto afferma Stella Cappelli, Segretario Generale Vicario dell’Fsp Polizia di Stato, che proprio da Napoli lancia un grido d’allarme all’indirizzo del Governo, a pochi giorni dall’ultima visita del vice premier, Matteo Salvini, e dal grave episodio avvenuto in pieno centro, con l’ultima “stesa” con cui malviventi hanno sparato contro due bar in piazza Trieste e Trento, sotto gli occhi dei titolari terrorizzati e impotenti.

«Apprezziamo l’attenzione dimostrata dal ministro dell’Interno verso Napoli e la sua provincia, ma è evidente che bisogna fare di più, e bisogna farlo presto. Bisogna sforzarsi di pensare cosa significhi aggirarsi in una città dove in mezzo alla strada volano i proiettili fra gente innocente e indifesa – insiste Cappelli -, che si vede negare il più ovvio diritto a muoversi, lavorare, vivere in sicurezza e tranquillità. Stese, bombe, aggressioni, fino agli omicidi, sono letteralmente all’ordine del giorno, in ogni rione di Napoli. Nessuna zona è esente dalla brutalità di una criminalità sempre più sfrontata, e da un’illegalità diffusa che fa il paio con una mentalità completamente distorta in cui per la gente è quasi normale aspettarsi che le sparino addosso anche senza motivo, figurarsi poi se qualcuno osasse alzare la testa. I cittadini onesti sono schiacciati da una prepotenza imperante a ogni passo, in ogni momento della giornata. La vera libertà qui non esiste. E le nuove generazioni sono destinate a crescere nello stesso inquietante contesto se lo Stato e le Istituzioni a tutti i livelli non si imporranno con forza e determinazione, offrendo chances e opportunità di crescita, lavoro, sviluppo ed educazione, ma anche e soprattutto mettendo le Forze dell’ordine in condizione di vincere una lotta che appare al momento impari. I poliziotti che operano a Napoli devono essere molti di più, devono avere molti più mezzi e condizioni operative che consentano di ottimizzare ed esaltare la loro grande professionalità. Non è una questione di privilegioconclude -, è una necessità dettata dall’unicità di questa città e risponde al dovere che abbiamo di soddisfare il bisogno di sicurezza della gente».