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E’ firmato da Claudio Di Palma, che ne è anche interprete, il racconto teatrale Letteratura e salti mortali tratto dall’omonimo libro di Raffaele La Capria del 1990 che raccoglie scritti e interventi dello scrittore sulla letteratura, soprattutto degli anni ’80, che sarà in scena, sabato 18 febbraio 2023 alle ore 19.00 (in replica domenica 19) sul palcoscenico del Teatro Nuovo di Napoli.

L’allestimento, presentato da Ente Teatro Cronaca Vesuvioteatro in collaborazione con Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, è la seconda avventura di Claudio Di Palma nell’universo letterario di La Capria, dopo la regia di Ferito a morte nel 2011 in occasione dei cinquant’anni dalla sua pubblicazione.

L’attore e regista partenopeo costruisce un monologo in cui le riflessioni di La Capria risuonano potenti tra critiche spietate, dialoghi immaginari, ricordi di belle giornate napoletane trascorse tra tuffi, pesca e libri.

“Quando si pensa all’opera di La Capria – così Di Palma in una nota – risulta immediato il riferimento a quei suoi tuffi nel golfo di Napoli che sapevano restituire in scrittura il suggestivo vitalismo della pesca sottomarina. Altrettanto spontaneo diventa il rimando alle conseguenti tavolate familiari in cui simbolicamente il “pescato“, trafitto e cucinato, sembrava alludere a un’ altra (e forse ultima) stagione della vita”

In Letteratura e salti mortali, sia il tuffo sia il convito sono ancora elementi significativi della drammaturgia. Il tuffo però non ha come naturale destinazione il mare e i commensali, raccolti intorno ad una lunga tavola, non hanno i profili precisi della borghesia partenopea di metà novecento.

Il tuffo è piuttosto quello che, articolandosi in volute “mortali”, si dirige rapido in piscina, e i convenuti al surreale cenacolo assumono forma e senso soltanto nelle riflessioni dell’unica figura che fra loro si muove e parla. Uno scrittore, ma più propriamente un tuffatore, che per loro argomenta sulla letteratura, sui nuovi barbari, sulle scienze umane e disumane.

Kafka seduto al fianco di una terrorista degli anni di piombo, Joyce dirimpettaio di Montale, Camus accanto a Klaus Dibiasi e ancora Lopachin o Petronio sono convitati immaginari, ma ugualmente incisivi nelle loro indirette provocazioni.

Lo spirito degli scritti di Raffaele La Capria prende vita in scena, tra le scene di Luigi Ferrigno e le musiche di Paolo Vivaldi, e il connubio tra letteratura e teatro trasforma la poeticità delle parole scritte in suggestive immagini.