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Napoli – Tampone a domicilio al prezzo di 50 euro con risultati in breve tempo. E’ questo il giro di affari messo su da una banda criminale che, avvalendosi della difficoltà delle Asl di testare la popolazione in maniera diffusa, era riuscita a ricreare un vero e proprio laboratorio d’analisi illegale.

Lo riporta il Mattino di Napoli che illustra e descrive il sistema fatto di visite domiciliari, prenotazioni, liste d’attesa, persone da contattare per offrire la prestazione. Diverse le persone coinvolte come diverse erano le funzioni di ognuno di loro; da chi si recava nelle abitazioni per condurre il test a chi le analizzava.

La Procura di Napoli ha quindi deciso di vederci chiaro aprendo un fascicolo a seguito dell’inchiesta condotta dal Mattino.

Subito al lavoro i carabinieri che stanno indagando su alcuni nomi forniti dall’Asl Napoli 1, che a sua volta ha avviato un’indagine interna per individuare dipendenti che hanno collaborato con la banda. Le indagini si concentrano soprattutto sugli uffici del Frullone.

Stando alla prime ricostruzioni, il giro d’affari sarebbe nato tra novembre e dicembre, durante la seconda ondata. La rapidità della diffusione del contagio ha fatto sì che molte persone non riuscissero a farsi testare dall’Asl, decidendo così di rivolgersi alla banda che, a fronte di un pagamento di 50 euro in contanti, prometteva un test a domicilio, risultati in breve tempo e nessuna segnalazione alle autorità in caso di positività al Covid-19.

Il caso è emerso grazie al parente di una donna, sospetta positiva, assistita dagli “infermieri” della banda. Il pagamento in contanti senza ricevuta ha fatto insospettire l’uomo che ha poi deciso di segnalare il caso.

Da lì l’ufficio del Frullone ha avviato le verifiche interne. Come riporta il Mattino, “secondo quanto emerso finora – ed è un punto su cui sono in corso delle verifiche -, il mercato nero dei tamponi si è alimentato grazie a reagenti e performance professionali pagate dalla Asl. O semplicemente appoggiate alla struttura pubblica”.

Le ipotesi di reato sono di truffa, falso, e eventualmente di associazione per delinquere, qualora dovesse emergere un rapporto strutturato e organizzato tra i membri della banda e gli infermieri e specialisti di laboratorio.

In ultimo, la posizione dei membri della banda potrebbe essere aggravata anche dalla mancata segnalazione di eventuali casi positivi.