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Di Ornella d’Anna

Napoli – Tra strade intasate, semafori perennemente rotti e deviazioni, la vita degli automobilisti partenopei è un vero inferno. Come se non bastasse viverlo in prima persona, a confermarlo sono anche i dati diffusi da “INRIX 2018 Scorecard”, il più importante studio d’analisi sulla congestione del traffico in tutto il Mondo.

Classifica aggiornata agli ultimi mesi del 2018 alla mano, Napoli è 17esima, indietro rispetto a città più grandi d’Italia come Roma e Milano ma di certo da primato (negativo) se si guarda a metropoli internazionali: Madrid è 74esima, Berlino “solo” 40esima e New York City 70esima. Come dire: il napoletano medio passa più tempo imbottigliato in coda che a casa sua. Per la precisione, sono 187 le ore vissute ancorati al seggiolino dell’auto. La situazione, di per sé gravissima, è acuita dall’ “indotto” dei ritardi nei mezzi di trasporto pubblico, dall’inadeguatezza delle strade che, pur volendo, non consentono agili spostamenti a piedi o con sistemi più “green”, come la bicicletta e da una rete stradale fatta, qui più che altrove, di viuzze strette e raccordi che paralizzano la mobilità. Le strade che risentono di più dei troppi veicoli sono, come ovvio, quelle di unione con le periferie ma anche chi si trova in centro città non se la passa meglio: tra via Marina e piazza Garibaldi l’inversione sistematica dei sensi di marcia e i cantieri infiniti non consentono movimenti agevoli. Stesso dicasi per la zona collinare e Capodimonte, vero e proprio “ingorgo” a cielo aperto fin dalle prime luci dell’alba. Scorrendo le città della classifica non c’è di che stare allegri: l’Italia vanta ben 9 posizioni complessive. Dunque, solo una certezza resta: per vivere sereni e senza macchina occorre stare alla larga da Bogotà, capitale della Colombia, che è prima in graduatoria. Meglio andare a vivere a Wichita, in Norda America: “appena” 22 ore di fatica alla guida e passa la paura.