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NAPOLI – A Napoli sono state abbattute 4 delle 7 Vele di Scampia, altre 2 saranno polverizzate con 70 milioni di euro del Pnrr che permetteranno di costruire al loro posto un eco-quartiere. Ma non se ne parla proprio di abbattere un altro ecomostro che tiene in ostaggio un intero quartiere, quello del Carmine, nel cuore del centro storico: palazzo Ottieri.
 
Costruito nel 1958, simbolo del sacco edilizio di epoca laurina, costringe piazza Mercato, dove è passata la storia di Napoli, al degrado, ad essere un “luogo irrisolto, spento e sconnesso con il corpo vivo della città”, come ha scritto Vittorio Del Tufo sulle pagine del Mattino di ieri.
 
A stroncare ogni sogno, che pure fino a poco prima della pandemia stava prendendo piede con una raccolta firme e l’impegno di Italia Nostra, è l’attuale assessore all’urbanistica, Laura Lieto: “Palazzo Ottieri – ha detto – rappresenta un po’ uno scheletro nell’armadio della storia urbanistica di Napoli. Ma fu costruito con tutti i permessi del caso. Ospita centinaia di famiglie ed è impensabile eliminarlo”.
 
Fine delle trasmissioni, quindi. Eppure, nel 2019, l’idea della demolizione si stava facendo largo forte di uno stanziamento di 90 milioni di euro dell’allora ministro Bonisoli per il centro storico. E aveva avuto il sostegno, tra gli altri, di Tomaso Montanari, Aldo Masullo, Nicola Spinosa, Francesco Paolo Casavola, Umberto Ranieri, Nino Daniele, Cesare de Seta, Massimo Pica Ciamarra, Aldo De Chiara, Paolo Isotta, Raffaele Aragona, Sergio Lambiase, Lorenzo D’Albora, Giovanna Mozzillo, Alessandra Caputi, Agata Piromallo, Barbara Palmieri,  Marina Colonna e dell’ex assessore all’urbanistica Luigi De Falco.
 
Quest’ultimo sosteneva la possibilità di un abbattimento di palazzo Ottieri precisando che proprio alle spalle di piazza Marcato esiste un lotto edilizio ancora occupato da ruderi sottoposto a piani attuativi, tant’è che dichiarò di aver fatto redigere già “un piano che permettesse di assorbire lì i residenti del palazzo”.
 
Ma tant’è: dopo gli ultimi episodi di degrado e violenza che si sono registrati in zona (e che tra l’altro hanno preso di mira la chiesa di epoca angioina di Sant’Eligio), la prossima settimana sarà convocato un comitato tecnico per rilanciare l’area.
 
L’adiacente piazza del Carmine è ormai a un passo dall’essere consegnata con i lavori di restyling ultimati. Ma, oppressa anch’essa dal palazzone del sacco edilizio, è francamente difficile intravedere per l’intera area un vero, duraturo rilancio.