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“Il Napoli non voleva giocare”. Lo ha detto il Giudice sportivo, lo ha ribadito la Corte d’appello della Figc, ma la partita fuori dal campo è tutt’altro che finita. Respinto il ricorso del Napoli sulla vicenda della partita con la Juventus che ha confermato il 3-0 a tavolino e il punto di penalizzazione in classifica per il club campano. La sfida in programma lo scorso 4 ottobre non si giocò per la mancata presenza dei partenopei, bloccati dalla Asl dopo le positività al Covid-19 di Zielinski e Elmas. Per la Corte d’appello “il comportamento del club era teso a precostituirsi un ‘alibi’ per non giocare la partita”. De Laurentiis preannuncia il ricorso al Collegio di Garanzia del Coni, come specificato nel comunicato stampa emesso dalla società, ma intanto la procura federale sta per chiudere l’inchiesta sul protocollo violato. “Fra poche ore il procuratore federale Giuseppe Chiné chiuderà l’inchiesta aperta per accertare eventuali violazioni del protocollo sanitario da parte del club azzurro: e tutto lascia intuire che arriverà il deferimento alla Disciplinare”, così scrive ‘La Repubblica’. Il Napoli dovrà difendersi in aula. Si tratta di un procedimento parallelo rispetto alla decisione del Giudice Sportivo poi confermata in appello. Il procuratore dovrà valutare se ci sono gli estremi per un processo sportivo o archiviare l’inchiesta. Ma difficilmente potrà ignorare la sentenza di martedì, in cui il giudice Piero Sandulli, presidente della Corte d’Appello, non si è limitato a respingere il ricorso del club azzurro ma ne ha censurato il comportamento arrivando a parlare di “preordinata e di slealtà sportiva”. Ora sarà la procura a stabilire se incriminare il Napoli anche con questa accusa, più grave, o solo per violazione del protocollo”.