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Si allarga l’inchiesta della Procura di Nola sull’ipotesi di voto di scambio in occasione delle ultime elezioni comunali. Dal fascicolo spuntano intercettazioni bomba. E’ il 28 maggio 2019, giorno del primo turno tra Cinzia Trinchese, Gaetano Minieri e Giuseppe Tudisco: gli uomini della polizia giudiziaria intercettano la conversazione telefonica tra due indagati: “Ho votato, mi devi 50 euro. Ti ho girato anche la foto (della preferenza)” dice l’elettore al telefono. Dall’altra parte del telefono arriva il no: “La foto non si vede. Al massimo ti do 20 euro”. E’ uno dei passaggi chiave dell’inchiesta coordinata dal pubblico ministero Luca Pisciotta.

Sono cinque, al momento le persone indagate: nei giorni scorsi la polizia giudiziaria, incaricata dal pm Pisciotta, ha notificato cinque avvisi di conclusione indagine nei confronti dei cinque indagati. Al momento tra i nomi sottoposti a indagine non figura alcun politico. Le cinque persone sarebbero dei faccendieri, che dietro il pagamento di denaro avrebbero procacciato voti ad alcuni candidati. Nel fascicolo ci sono due episodi che evidenzierebbero il tentativo di compravendita di voti: uno degli indagati avrebbe promesso il pagamento di 20 euro, chiedendo in cambio il voto per Cinzia Trinchese, candidato sindaco per il centrodestra. Trinchese, che oggi è il capo dell’opposizione, non risulta indagata. Al momento è estranea ai fatti. E potrebbe essere addirittura vittima. Sono ipotesi sulle quali lavorano i magistrati. L’inchiesta però promette clamorosi sviluppi. Le elezioni furono vinte da Minieri che oggi è il sindaco di Nola.