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“Basta agli appalti senza scrupoli! Basta alla piaga devastante del lavoro nero!”. E’ l’urlo del cardinale di Napoli, don Mimmo Battaglia, nel giorno dei funerali di due dei tre operai morti venerdì scorso, precipitati da una ventina di metri mentre si trovavano su un montacarichi.
A Calvizzano, nella chiesa di San Giacomo, si è svolta la cerimonia funebre di Ciro Pierro, 62 anni. A Secondigliano, invece, l’ultimo saluto a Luigi Romano, 67 anni, di Arzano, nella chiesa dei Santi Cosma e Damiano. Per Vincenzo Del Grosso, 54 anni, esequie a Forcella domani. “Tre uomini, tre lavoratori, tre storie spezzate mentre con dignità guadagnavano il pane per vivere”, scrive il cardinale in un suo messaggio. “Erano in un cantiere, su un mezzo di sollevamento ma in un attimo è crollato tutto: il cestello, il giorno, i sogni, le promesse. È crollato, ancora una volta – prosegue don Mimmo Battaglia – quel patto sacro che dovrebbe tenere insieme lavoro e sicurezza, fatica e dignità”.
“Per questo non possiamo tacere”, dice ancora. “Non possiamo far finta che si tratti solo di una tragica fatalità. Non è stato il destino. È stata l’assenza delle regole. È stata la mancanza di sicurezza e di controllo, la superficialità di chi doveva proteggere. È stato il silenzio di chi sa e non interviene, è stata la fretta che mette il profitto sopra la vita”. Vincenzo, Ciro e Luigi “sono stati uccisi da un’ingiustizia che ha nomi e responsabilità”.
E a proposito di responsabilità, prosegue l’inchiesta della procura di Napoli in cui quattro sono gli indagati per omicidio colposo plurimo. Gli ultimi sviluppi riguardano l’accertamento irripetibile disposto dagli inquirenti sui perni e sui bulloni utilizzati per fissare la struttura a cui era collegato il montacarichi. I tre lavoratori, tutti senza imbragatura, sono precipitati mentre erano intenti a trasportare sul lastrico solare dei rotoli bituminosi. L’intervento di rimozione dell’impianto inizierà sabato mattina e prevede l’impiego di una grossa gru che verrà installata a partire da domani. Alle operazioni assisteranno i consulenti di parte.
Tante, oggi, le persone che hanno partecipato ai primi due funerali. Le chiese di Calvizzano e Secondigliano erano gremite di amici, colleghi, che nei loro ricordi non hanno mancato di ribadire come sia “assurdo morire di lavoro”. “Chi lavora ha diritto a tornare. A tornare la sera, a tavola, con le mani sporche ma il cuore salvo. A tornare a stringere i figli, a salutare gli amici, a dire ‘ci vediamo domani'”, sono ancora le parole del cardinal Battaglia, secondo cui la morte dei tre operai non deve “cadere nel vuoto, ma diventare un grido che sveglia le coscienze, un vento capace di spezzare via l’avidità e l’indifferenza”.