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Napoli – La prossima settimana, la settimana Santa, sarà quella che vedrà aprirsi ufficialmente la pratica ‘elezioni amministrative’ nella segreteria di Enrico Letta. Ma il neo leader del Partito Democratico, al fine di non trasformarla in un calvario, ha deciso di portarsi avanti mandando in avanscoperta a Napoli l’ex ministro Francesco Boccia, ora responsabile enti locali dei dem.

Così, questa mattina, dopo aver fatto già tappa ieri a Salerno dove ha incontrato i democratici più vicini al Governatore Vincenzo De Luca, Boccia si è preso un caffè con il segretario del Pd Napoli, Marco Sarracino, e il presiente del partito napoletano, Paolo Mancuso.

“Abbiamo discusso delle elezioni amministrative e del percorso di confronto messo in campo con le forze politiche e con le migliori energie della città che finalmente tornano a riconoscere il nostro partito come elemento centrale per una stagione di cambiamento” – fa sapere Sarracino.

Il quale può vantare il fatto che il suo lavoro è perfettamente in linea con i dettami della segreteria Letta. Proprio ieri sera, ospite della Gruber a Otto e Mezzo, il segretario ha ribadito che, essendo lui “un realista”, “per non consegnare l’Italia a Salvini e alla Meloni”, lavora per rinsaldare l’alleanza tra il Pd, il resto del centrosinistra e il Movimento 5 Stelle. Con questo schieramento, quindi, Letta vuole che ci si presenti alle prossime amministrative.

Boccia, questa mattina, tra un sorso e l’altro, l’ha ripetuto a Sarracino e Mancuso. Alle cui orecchie non è giunto niente di particolarmente nuovo. Fatto sta che i due, hanno confidato al rappresentante della segreteria nazionale, hanno ‘solo’ un problema e due incubi.

Il problema sono i deluchiani: la parte del Pd che spinge per far saltare il tavolo coi 5 Stelle. Fino a far trapelare che De Luca stesso sia pronto a scendere in campo contro Letta per contendergli la leadership nazionale del partito con questo mantra: “Mai coi grillini”.

Fortunatamente per Sarracinoe Mancuso, il caffè di questa mattina, su questo fronte, li ha un pò rincuorati. Le ultime non indicano proprio burrasca. Boccia ha definito l’incontro di ieri a Salerno costruttivo. E l’altro giorno, in Parlamento, Piero De Luca, dicasi Piero De Luca, il figlio di Vincenzo, ha firmato assieme a due deputate pentastellate un comunicato col quale annuncia un lavoro di gruppo per giungere al più presto a una riforma del 118 e alla stabilizzazione di centinaia i medici. Amen.

A rischiare di far andare di traverso il caffè di questa mattina a Sarracino e Mancuso, allora, sono stati i due incubi.

Il primo ha un nome antico: primarie. Enrico Letta non le esclude per scegliere il candidato sindaco a Roma (sempre dalla Gruber ha dichiarato che il Pd non sosterrà mai il bis di Virginia Raggi: nella capitale si sceglierà tra Calenda e Gualtieri). A Napoli, dati i precedenti, il solo pensiero mette i brividi. Per questo, l’obiettivo della segreteria cittadina del Pd è quello di chiudere il tavolo del centrosinistra e del Movimento 5 Stelle con un nome unitario. E quel nome corrisponde sempre più a Roberto Fico. Il quale ben volentieri, ha fatto sapere, lascerebbe la terza carica dello Stato per giocarsi la partita di diventare sindaco della sua città.

Una missione che, chiunque sia il prossimo inquilino di Palazzo San Giacomo, però, comprende il secondo incubo fatto presente a Boccia da Sarracino e Mancuso questa mattina: governare Napoli senza il becco di un quattrino. Più che una corsa a sindaco, quella che Fico vorrebbe intraprendere, rischia di diventare una corsa a diventare il commissario liquidatore della capitale del Sud, messa in ginocchio già da prima della pandemia da anni di “finanza creativa”.

“Abbiamo ragionato dell’importanza di una legge nazionale che affronti il grande tema dei bilanci dei comuni in difficoltà, per la cui realizzazione occorre coinvolgere il maggior numero di forze parlamentari possibili”, non a caso ha comunicato Sarracino. Che vuole che si facciano bene i conti.