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Sono 2.020 i detenuti presenti all’interno dell’Istituto penitenziario a fronte dei 1.639 previsti dalla pianta organica. E’ il dato reso noto oggi in occasione della visita nel carcere di Poggioreale di Samuele Ciambriello e don Tonino Palmese, rispettivamente garante campano e cittadino dei reclusi.
C’è bisogno di ascolto – ha detto all’uscita Palmesenon tanto per essere giustificati, ma accompagnati in un percorso di riscatto. Ho rivisto dopo tanti anni ciò che mi aspettavo di non vedere: c’è precarietà abitativa, manca l’essenziale per sostenere con dignità la permanenza in Istituto, anche a dispetto di tutti quelli che dicono che in carcere i detenuti stanno bene. Magari! Dovrebbero stare bene per poter espiare la pena e riavviare dignitosamente la loro esistenza“.
Nell’Istituto di Poggioreale ci sono detenuti con sofferenza psichica ma solo due psichiatri in servizio, a fronte dei quattro previsti. “In ogni reparto visitato e per ogni storia ascoltata, i punti centrali sono il diritto alla salute e alla vita. L’art. 32 della Costituzione è l’unico in cui il diritto alla salute viene dichiarato come fondamentale. Nel carcere mancano assistenti sociali, psicologici, tanto che gli agenti di Polizia Penitenziaria sono quelli che si trovano a sopperire le mancanze dei medici e di queste figure sociali: così il carcere scoppia“, avverte Ciambriello.
I due garanti si associano nella richiesta di più personale, soprattutto per i detenuti tossicodipendenti, “perché ci sono solo tre medici che operano oltre a Poggioreale anche al carcere di Secondigliano e all’I.P.M. di Nisida. C’è bisogno di più figure professionali di sostegno, il carcere non può essere un luogo di cura per queste categorie di persone fragili“.