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di Ornella d’Anna

Napoli – È novembre e, nonostante l’anno scolastico sia avviato già da due mesi, a Napoli alcuni complessi sono costretti ad arrangiarsi come possono per far fronte agli ostacoli. È questo il caso dell’ICS “Cimarosa”, a Posillipo, dove i bambini dell’infanzia si ritrovano a dover uscire alle 14.30 a causa della carenza di personale Ata, gli ausiliari preposti, tra l’altro, a controllare le attività dei più piccoli. Il ritardo sta causando notevoli disagi alle famiglie ma è l’unica strada percorribile perché, al momento, mancano ancora due unità delle cinque previste per la scuola e le nuove nomine tardano ad arrivare. “Una situazione del genere accade per la prima volta: tra l’altro, qui non arriva personale di ruolo, si tratta sempre di incarichi annuali” – spiega la dirigente dell’istituto, Maria Gabriella Giardina -. “Siamo in difficoltà, soprattutto pensando a episodi come quello successo a Milano (qui, un bimbo di 5 anni è morto dopo essere precipitato dalle scale al termine delle lezioni, ndr.) “.

Non è tutto. L’edificio, quest’anno, si trova ad affrontare un’altra grave emergenza: l’assenza di lavoratori ex “socialmente utili”. Secondo quanto stabilito dal Ministero dell’Istruzione, a occuparsi della pulizia deve essere la Manital Italia, la ditta che ha in appalto la concessione per il mantenimento del decoro dei plessi scolastici; ditta che conta 18mila lavoratori in tutta Italia, di cui 3mila in Campania e che è in crisi da tempo. “I fondi che acquisiamo dal Ministero devono servire a pagarli ma loro non vengono a lavorare. Così, il personale di servizio si impegna anche a pulire, ma lo fa sulla base di un personale attaccamento al lavoro. Inoltre, la scuola di estende su tre plessi diversi, di cui uno a indirizzo musicale nel quale le lezioni si svolgono fino alle sei del pomeriggio. Quindi c’è anche un doppio nodo da risolvere: da una parte, il personale Ata dovrebbe rimanere almeno fin dopo quell’orario; dall’altro si pone un problema di sicurezza perché questi addetti dovrebbero subentrare quando la scuola è chiusa”, aggiunge Giardina. La questione, assai spinosa, è stata discussa anche in Regione e in Parlamento: la ditta di servizi è responsabile di pesanti ritardi nel pagamento degli stipendi dei dipendenti. Una situazione dovuta ai crediti non riscossi nei confronti della Pubblica amministrazione (principalmente proprio lo stesso Ministero) che ammontano a circa 17 milioni di euro.