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Napoli – Venti giorni per trovare un candidato sindaco unitario, altrimenti primarie: così parlò Enrico Letta. Ma il Movimento 5 Stelle le farebbe le primarie a Napoli?
“Noi stiamo al tavolo con il centrosinistra senza pregiudizi nè veti”

Aperti a tutte le soluzioni.

“Siamo seduti a quel tavolo per vedere se, partendo dallo schema del governo giallorosso di Giuseppe Conte, possiamo fare qualcosa di veramente buono per Napoli”.

A parlare, approfittando di una pausa dei lavori parlamentari, è Alessandro Amitrano, 31 anni. Il portavoce del Movimento al tavolo delle trattative napoletane col centrosinistra. L’uomo di Fico.

“Roberto l’ho conosciuto che avevo vent’anni: facevo parte di un’associazione culturale. In vista delle regionali del 2010, invitammo tutti. Lui venne”.

Fico e le primarie non sembrano compatibili.

“A me piacerebbe averlo qui a Napoli. Ma, con tutto l’amore che ha per la sua città, immagino che non sia una banalità lasciare la carica di Presidente della Camera. E io non lo tiro per la giacca”.

C’è Gaetano Manfredi: in 20 giorni il centrosinistra e il Movimento possono convergere su di lui ed evitare le primarie.

“Venti giorni? L’importante è fare le cose bene”.

Manfredi è più che un’opzione.

“E’ stato un ministro del Conte 2, Rettore della Federico II: un nome autorevole. Ma qualsiasi nome viene dopo”.

Dopo cosa?

“Dopo esserci accertati che noi e il centrosinistra vogliamo fare le stesse cose per Napoli”.

Ancora non l’avete verificato?

“Abbiamo partecipato al tavolo convocato dal Pd di Marco Sarracino due volte”.

E che vi siete detti?

“Che bisogna partire da cosa si vuole fare per la città. E, soprattutto, su come”.

A proposito del come: il Pd vuole una legge speciale per salvare Napoli dal crac finanziario. E dal conseguente immobilismo.

“Mi pare fondamentale. Come Movimento siamo già intervenuti in passato sul tema delle città in difficoltà. Se non si agisce, a Palazzo San Giacomo, può andarci anche Superman. Ma non riuscirebbe a fare nulla”.

E invece, per il M5S, cosa bisogna fare per Napoli?

“Bisogna renderla innanzitutto una città efficiente. Il che vuol dire coi servizi che funzionano. Un trasporto pubblico dignitoso. Decoro urbano. Gestione virtuosa dei rifiuti. Vivibilità. Legalità. Il verde curato. Poi, bisogna lavorare ad una visione di città. Amministrare bene la Napoli di oggi e progettare la Napoli del domani.

Su Bagnoli.

“Su Bagnoli c’è una legge da applicare che vuole la rimozione della colmata. E poi bisogna darle una nuova prospettiva nel campo turistico e dei servizi. Sarebbe anacronistico parlare ancora di industria, lì”.

Per fare questo non serve un candidato sindaco che esca dalle primarie.

“Di primarie non abbiamo mai parlato. Non perché per noi rappresentino un metodo di selezione sbagliato. Ma perché siamo concentrati sulle cose da mettere nel programma. Il nome verrà dopo, come ho detto”.

Manfredi.

“Non mi fossilizzerei. Prima vengono i temi, le cose da fare. E poi bisognerà ragionare anche sulla squadra da affiancare al candidato sindaco. Napoli non versa certo in condizioni ideali. Ci sarà bisogno di ritrovare un dialogo anche con le altre istituzioni: Regione e Governo centrale”.

Dialogo con De Luca e Draghi. Se lo sarebbe mai aspettato di dirlo una decina di anni fa, quando andò per la prima volta a quel meet-up, invitato da colui il quale ora è il presidente della Camera?

“Il bene di Napoli è la mia priorità assoluta”.