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Non tutta la documentazione richiesta a supporto del mandato di arresto europeo è stata messa a disposizione degi avvocati di Andrea Cozzolino e, quindi, non è escluso che domani la Corte di Appello di Napoli, chiamata a decidere sulla richiesta di consegna dell’eurodeputato alle autorità belghe, possa concedere un ulteriore rinvio. Secondo quanto si apprende dagli avvocati Dezio Ferraro e Federico Conte, legali dell’europarlamentare italiano indagato dalla Procura Federale Belga nell’ambito del cosiddetto “Qatargate“, molti atti, della parziale documentazione ricevuta sono giunti in francese e solo una piccola parte è stata tradotta in italiano. Secondo gli inquirenti di Bruxelles, Cozzolino (nella veste di componente del Parlamento Europeo, di presidente dal 2019 della Delegazione per le relazioni con i Paesi del Maghreb e co-presidente della Commissione Parlamentare Congiunta Euro-Marocchina, e anche di componente della commissione speciale “Pegasus”) avrebbe indebitamente ricevuto, per conto del Governo del Marocco, verosimilmente da un tale Atomun, danaro per esercitare le sue funzioni parlamentari europee in modo da favorire gli interessi del Marocco all’interno del Parlamento Europeo. Tutto, inoltre, sempre secondo la Procura Federale Belga (che contesta i reati di organizzazione criminale, corruzione e riciclaggio) sarebbe avvenuto in concorso e in associazione con Pier Antonio Panzeri (ex eurodeputato), Francesco Giorgi (ex assistente di Pier Antonio Panzeri), Eva Kaili (ex vicepresidente dell’Eurocamera), Marc Tarabella (europarlamentare) e Maria Arena (eurodeputata ed ex presidente della sottocommissione parlamentare per i Diritti Umani).