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Revenge porn, numeri allarmanti in Campania. Ad attestarlo è il report ‘Il punto – Il pregiudizio e la violenza contro le donne‘. Nel documento – curato dal Servizio analisi criminale della direzione centrale della polizia criminale – emerge che la Campania è la quarta regione per incidenza di casi, rilevati tra il 9 agosto 2019 e il 30 settembre 2023. Ovvero dall’entrata in vigore del reato di diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti, previsto dall’articolo 612 ter del codice penale. La norma è stata introdotta dal cosiddetto Codice Rosso, varato per rafforzare la tutela di vittime di violenze, atti persecutori e maltrattamenti. Nel quadriennio considerato, si sono verificati complessivamente 4.821 reati, con il 69% di vittime di genere femminile. Tra gennaio e settembre 2023, rispetto ad analogo periodo del 2022, si registra un numero di delitti sostanzialmente sovrapponibile (+1%).

Dall’introduzione della norma, la Campania è quarta regione (9,39) per incidenza di reati commessi ogni 100mila abitanti. Maglia nera è l’Umbria (9,82), seguita da Sicilia e Sardegna. In termini di valori assoluti, la Campania è seconda (540 violazioni) dietro la Lombardia (856). La mente, inevitabilmente, corre a Tiziana Cantone. La 33enne, originaria di Casalnuovo di Napoli, si tolse la vita il 13 settembre 2016, dopo la diffusione in rete di alcuni suoi video in situazioni intime. Il caso scosse profondamente l’opinione pubblica, non solo in Italia. Anche su quella scia, fu approvato il reato di revenge porn. Ma meno gravi, in Campania, sono le cifre di un altro illecito previsto dal Codice Rosso. Sempre tra 2019 e 2023, sono infatti 639 le violazioni dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa. Un numero non certo irrilevante, ma con bassa incidenza (11,0) per ogni 100mila abitanti. Solo Lombardia (9) e Veneto (10,5) presentano un quadro migliore.

Intanto, nel Napoletano c’è uno dei due casi di violenza contro donne disabili, ritenuti emblematici nel report della polizia criminale. Una minorenne, disabile dalla nascita e costretta su sedia a rotelle, ha denunciato maltrattamenti continui in ambito domestico da parte della madre, e atti sessuali nei suoi confronti da parte del compagno della madre. La vicenda, emersa lo scorso settembre, è una delle segnalazioni pervenute all’Osservatorio per la Sicurezza Contro gli Atti Discriminatori (OSCAD). A detta degli esperti, consente di evidenziare alcuni tratti tipici della violenza nei confronti delle donne con disabilità. In essa, cioè, si riscontrano i cosiddetti indicatori di violenza’, fondamentali campanelli d’allarme per gli operatori, chiamati a entrare in contatto con queste vittime. In particolare “è possibile evidenziare la condotta dell’isolamento caratterizzata dal totale controllo sui contatti della vittima al fine di evitare qualsiasi relazione con l’esterno”. Nel caso si rilevano, in aggiunta, “gli elementi della intimidazione e della violenza psicologica attraverso azioni, gesti e parole volte a ridicolizzare e sminuire la persona”. A seguito delle indagini, per la donna è scattato il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla figlia. Per il compagno della madre, invece, sono stati disposti gli arresti domiciliari, con l’accusa di violenza sessuale aggravata.