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Napoli – I dipendenti dell’Anm tornano a incrociare le braccia, venerdì all’insegna dei gravi disservizi sull’intero trasporto pubblico. Lo sciopero generale indetto per oggi sta infatti facendo registrare picchi di adesioni che oscillano intorno all’80 per cento. Chiusi gli impianti delle quattro funicolari e le stazioni della Linea 1, corse al rallenty anche nel comparto su gomma. Il bilancio della protesta è dunque positivo per l’Usb, uno dei sindacati promotori dello sciopero: “I lavoratori – commenta a caldo Marco Sansone del coordinamento regionale – ancora una volta hanno dimostrato di essere stanchi dei proclami di questa amministrazione comunale, mai seguiti da azioni concrete. Le chiusure di tutte le funicolari e di Linea 1, l’alta adesione allo sciopero dei lavoratori del servizio di superficie, dell’area sosta e persino di alcuni uffici amministrativi, rappresentano il segno tangibile che politica e gestione aziendale hanno fallito”.
 
Nel mirino del sindacato finisce così ancora una volta la crisi finanziaria che da mesi sta mettendo alle corde l’Anm, al punto da tale da metterne a repentaglio la sopravvivenza stessa: “Il piano concordatario – prosegue Sansone – potrebbe solo consentire un galleggiamento dell’azienda fino alla fine del 2019, ma senza un adeguato piano industriale e senza l’individuazione e la rimozione dei responsabili aziendali di questo fallimento, cittadini e lavoratori saranno solo testimoni di una lenta agonia, con definitiva perdita del diritto alla mobilità e tagli al costo del lavoro, che traghetteranno inevitabilmente il trasporto pubblico locale verso una privatizzazione selvaggia. Il Comune di Napoli e questa amministrazione aziendale – conclude l’esponente dell’Usb – continuano a consentire politiche clientelari che la nostra organizzazione sindacale denuncia da anni. Adesso pretendiamo risposte serie che vadano oltre il sistema e le persone che hanno portato l’Anm al fallimento”.