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Quell’accusa della rete No Box, di un mega surplus da 25 milioni, “è assolutamente inveritiera”. Sullo scontro per i garage interrati al Vomero Arenella, arriva la replica della cooperativa edilizia Napoli 2000. La risposta è affidata all’avvocato Giancarlo Violante, consigliere della società. I No Box – ostili alla costruzione di centinaia di posti auto privati – hanno scagliato diverse invettive, nella due giorni di audizioni alla quinta municipalità, presso le commissioni congiunte Mobilità e Lavori Pubblici. Tra queste, le parole del tecnico Enzo Russo: secondo lui, la cooperativa avrebbe consegnato un computo metrico (documento di analisi su opere necessarie e costi, ndr) da 5 milioni di euro. E sborsando i 370 soci 70.000 euro a testa, per ogni box, la cooperativa incasserebbe oltre 30 milioni di euro. Ciò determinerebbe un utile di 25 milioni. “Quella cifra di 5 milioni non è in nessuno dei computi – afferma Violante -. I primi computi, sottoposti all’allora Banco di Napoli nel 2010, erano molto al di sopra di quella previsione”.

Violante rimarca, anzitutto, che “il numero di box riferito è assolutamente non corretto. A piazza degli Artisti non è mai stata prevista la realizzazione di 370 box, ma erano circa 300, che diventeranno molti di meno a seguito dalla riduzione imposta dalla preservazione della fitolacca (albero su cui si è apposto vincolo monumentale, ndr). Con quella modifica perdiamo 16 box, per cui alla fine ne avremo 294-295″. Ma ci sono altri numeri, tirati in ballo dalla cooperativa. “Non sta in piedi neanche il rapporto che sostiene il dottor Russo – dichiara il consigliere di Napoli 2000 -. La cifra di 5 milioni per la esecuzione materiale dell’intervento è fuori dalla realtà: il costo materiale è più che triplicato rispetto alle cifre da lui indicate. Ma a questo devono aggiungersi gli oneri collaterali. Ci sono i costi fissi di gestione annuale dell’organismo di controllo, le visure dei conti, i costi di fitto dei locali, gli oneri tecnici che non sono da poco, perché ci saranno importanti impegni economici per le attività di monitoraggio e di validazione compiute dagli atenei, ci sono le spese notarili di assegnazione, che pure non sono poco per circa 300 soci, e poi c’è l’Iva su tutto”. A tirare le somme, “abbiamo un conto economico complessivo, di cui ho copia – dice Violante -, che è cinque volte quello indicato dal dottor Russo”. La somma complessiva, comunicata dalla cooperativa, è in pratica di 25 milioni.

“Tra l’altro – aggiunge l’esponente di Napoli 2000 – è un costo complessivo che è stato esaminato e ritenuto congruo da ben tre istituti di credito, con cui siamo in trattativa per la migliore offerta sul piano delle condizioni del mutuo che sarà contratto”. Violante sottolinea che “la cooperativa mutuale non può avere utili di impresa, e ove residuasse anche una sola lira, questa verrebbe ripartita tra i soci. E i bilanci sono annualmente verificati dal ministero, per legge”. Inoltre ci tiene a ribadire che “non c’è da parte della cooperativa alcuna attività speculativa, che tra l’altro sarebbe fatta dai soci a danno di se stessi”. Il consigliere rivendica: “La nostra è una cooperativa vera, che è stata sottoposta a numerosi controlli, finanche la verifica individuale dei nominativi di tutti i soci. Altre cooperative mascheravano iniziative imprenditoriali, pure speculative, c’erano imprese di costruzione dietro”. Cioè: “Noi l’impresa di costruzione non l’abbiamo ancora, e la individueremo soltanto nel momento in cui andremo materialmente ad appaltare i lavori”.