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Napoli – Protesta degli studenti delle scuole superiori di Napoli e provincia davanti alla Regione Campania. I ragazzi rivendicano che il rientro in classe sia in sicurezza e puntano il dito contro il mancato potenziamento di trasporti, soprattutto per chi arriva a Napoli dalla provincia, e accusano la Regione e il presidente, Vincenzo De Luca, di non aver fatto “tutto il necessario affinché fosse garantito il diritto allo studio“. Non solo striscioni ma anche slogan contro De Luca. In Campania le scuole superiori hanno ripreso la didattica in presenza, al 50% in virtù delle norme anti covid, il 1° febbraio dopo mesi di Dad. Diversi gli striscioni esposti: ‘Con la Scuola contro chi decide; ‘Studenti sconnessi, trasporti in provincia, device per tutti. RistrutturAzione’; ‘Prospettive nuove. Sanità per le scuole“. In piazza studenti del ‘Caccioppoli‘, del ‘Genovesi‘, del ‘Pansini‘, del ‘Sannazaro‘, del ‘Vittorini‘, del ‘Vittorio Emanuele‘ ma anche studenti che sono arrivati da Pompei e da Somma Vesuviana. “In questi mesi siamo stati accusati di essere degli untori – dice Zidane dell’Osservatorio popolare studentescoma il virus non è nelle scuole. Il problema principale sono i trasporti affollati, non le scuole“. E rispetto all’indicazione dell’unità di crisi regionale che ha demandato ai sindaci eventuali decisioni sulla chiusura delle scuole, gli studenti affermano: “Dalla Regione c’è uno scaricabarile. Così pensa di togliersi ogni responsabilità sulla gestione della scuola“.

I ragazzi delle scuole superiori rivendicano che la Dadnon è scuola” ma allo stesso tempo evidenziano che il rientro al 50 per cento non è stato preparato a dovere perché “non sono state potenziate le reti di connessione e così – dicono – chi deve seguire in Dad resta indietro perché spesso la connessione salta“. E rispetto alla crescita del contagio in Campania dicono: “Noi usciamo liberamente, come tutti, chi può dire con certezza che il contagio avviene nelle scuole?“. Dita puntate anche contro l’eventualità avanzata in questi giorni di consultazioni del presidente del Consiglio incaricato, Mario Draghi, di prolungare l’anno scolastico per recuperare i giorni di lezione persi. “Non siamo d’accordo – afferma Zidaneperché anche se in Dad noi abbiamo fatto lezione“. E proprio la crisi di Governo agita gli studenti dell’ultimo anno delle superiori che ad oggi ancora non conoscono né le materie dell’esame di maturità né le modalità di svolgimento. “Il Governo è stato egoista – afferma Annamaria, studentessa dell’ultimo anno del liceo ‘Pascal‘ di Pompeihanno pensato prima alla crisi e solo dopo penseranno al nostro esame. In tutti gli altri Paesi d’Europa si sono organizzati e invece noi non sappiamo ancora nulla. Ora basta: vogliamo i fatti, non le promesse“. A Pompei gli studenti non sono ancora tornati in classe a causa di un’ordinanza del sindaco, in scadenza nel fine settimana, e sono in attesa di sapere se rientreranno lunedì 15. E nel pomeriggio la protesta si sposterà in piazza Bovio all’ingresso della stazione della linea 1 della metropolitana dove ci saranno anche gli universitari.