- Pubblicità -
Tempo di lettura: 2 minuti

Napoli – Dopo il liceo Labriola di Bagnoli anche il Vico di Salvator Rosa è stato occupato dagli studenti che chiedono più sicurezza per il rientro in aula. Si rischia un effetto a catena come già capitato in altre occasioni.

Non è di certo una novità che gli studenti più grandi, quelli delle scuole superiori, occupino gli edifici scolastico per protesta. Negli anni sono state tante le occasioni in cui hanno adottato questo sistema per esprimere il proprio disappunto.

Ci sono state alcune riforme, nel recente passato, che hanno portato ad un effetto a catena che ha coinvolto la maggior parte degli istituti superiori. Una forma di protesta pacifica che però dà ampio spazio e voce agli studenti.

Oggi tutto questo viene amplificato dalla pandemia. Ci sono tante questioni da risolvere. In primis c’è il sistema di trasporti per mettere in sicurezza gli studenti. A questo si aggiungono la totale assenza di volontari o forze dell’ordine che controllino l’entrata e l’uscita dei ragazzi. 

Le proteste degli studenti

Le proteste vertono dunque su una messa in sicurezza degli istituti e dei trasporti. I ragazzi hanno voglia di tornare a scuola. Mai come quest’anno infatti gli studenti sarebbero felici di poter seguire le lezioni in presenza. La Dad infatti, nonostante si sia dimostrato un ottimo sistema, ha dei limiti.

Il contatto con gli insegnanti, lo scambio di opinioni con i compagni di classe sono cose che la Didattica a distanza non può sostituire. Inoltre c’è anche l’aspetto umano. La scuola non è solo la mera lezioncina di italiano o di matematica ma rientra anche nel processo di crescita dei ragazzi.

Per questo motivo che non è affatto escluso un effetto domino iniziato proprio a Bagnoli con il liceo Labriola, portato avanti poi dal liceo Gian Battista Vico e chissà se ne seguiranno anche degli altri.

Di Stefano Colasurdo