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Napoli – Realtà e finzione, passato e presente. Un’atmosfera incredibile, una Napoli vera, popolare, struggente, con volti autentici del territorio partenopeo del passato. E’ come se il tempo si fosse fermato a settanta anni fa, nel dopoguerra. Queste le sensazioni che si provano visitando con i propri occhi l’incredibile set de “L’amica geniale”, la famosa serie ispirata alla tetralogia dei romanzi di Elena Ferrante, ambientata in un rione napoletano a cavallo tra gli anni ’50 e ’60. 

Per girarla, la squadra dello scenografo Giancarlo Basili ha costruito fuori Caserta uno dei più grandi set d’Europa: un’area di 60mila mq su un terreno incolto e dove sorgeva una vecchia fabbrica abbandonata. “L’obiettivo era quello di girare a Napoli o in periferia. – ha dichiarato lo scenografo Basili – Dopo un’attenta ricerca, per ben tre mesi, delle location più adatte abbiamo deciso di ricostruire tutto da zero.” 

Verso la metà di luglio 2017 è stata messa la prima pietra e nell’ottobre dello stesso anno l’inizio, il ciak della prima stagione della serie tv. Il set riproduce il quartiere Luzzatti di Napoli, dove sono ambientate le vicende delle due protagoniste dei romanzi, Lenù e Lila

Nel rione dove vivono i protagonisti è tutto realizzato sui toni di grigio e marrone. “Nei primi episodi abbiamo fatto con il regista una scelta di monocromaticità: i colori le protagoniste li vedranno solo fuori, quando andranno a Napoli o a Ischia, mentre dentro mai. Quasi un’idea metafisica”. – ha concluso lo scenografo – La nostra paura più grande era quella di cadere nella banalità nelle scene quando si arriva a Napoli, ed essendo una città molto contaminata c’è bisogno di tanta attenzione e tanto lavoro”. 

Cura per ogni particolare. Molta attenzione è destinata anche ai costumi di scena, per non parlare di trucco e capelli. “Ci siamo dovuti adattare allo stile del rione, abbiamo utilizzato e continueremo ad utilizzare innumerevoli costumi. – spiega la costumista Antonella Cannarozzi A quei tempi gli abiti si facevano a casa, sistemando quelli dei fratelli più grandi o arrangiandosi con la stoffa che si trovava”.

Un altro curioso retroscena è quello svelato dalle direttrici del reparto trucco e capelli: “Le bambine portavano i capelli corti per motivi di igiene e per fortuna abbiamo trovato massima disponibilità da parte di tutti per procedere con queste modifiche. Inoltre oggi si è particolarmente fissati con la depilazione, anche gli uomini, per questo è stato difficile far apparire i ragazzi e non solo, come quelli di una volta.” 

Il budget della serie coprodotta da Rai Fiction, Hbo, TimVision, Fandango e Wildside e diretta da Saverio Costanzo è stato di 32 milioni di euro. Ora sono in corso le riprese per la seconda stagione della serie e proseguono i lavori per lo sviluppo della scenografia. E’ quasi terminata, infatti, la costruzione della parte ‘nuova’ del quartiere, quella moderna dove verranno girate le prossime scene. 

Motori già caldi. Tra qualche giorno, esattamente una settimana, la troupe si sposterà a Napoli per girare a Corso Umberto, piazza Carlo III, piazza Dei Martiri, piazza Plebiscito e in altri luoghi simbolo della città. 

Oggi in visita sul set de ‘L’amica geniale’ anche il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris: “Un tuffo nel passato, un’emozione grande – commenta così il sindaco la sua esperienza – Ancora una volta la nostra città viene scelta come set cinematografico e io, in primis da napoletano, sono molto soddisfatto. Una splendida produzione alla quale il Comune di Napoli ha offerto una grande e professionale collaborazione. Sarà di certo uno degli eventi televisivi più importanti dell’anno che rilancerà nel mondo l’immagine di Napoli. Ho trascorso due ore di autentica competenza, professionalità e passione.” 

Un pizzico di amarezza, purtroppo, emerge sempre. “Spesso non riusciamo ad avere un luogo per girare perché non pochi cittadini non vogliono e non ci danno il permesso. Stiamo dando un’immagine di Napoli molto importante in tutta Europa e loro invece di essere contenti, spesso, non comprendono.” 

“Per trasformare uno spazio e ambientarlo in un’epoca differente da quella attuale, gli anni ’60, c’è bisogno di tempo e collaborazione. Stiamo facendo fatica con diversi commercianti e per questo, per girare alcune scene, ci troviamo in difficoltà. – conclude amareggiato lo scenografo – Ci sono persone che non comprendono il nostro lavoro… stiamo affrontando Napoli così”.