Napoli – Vecchi rancori familiari, mai sopiti e ravvivati a Natale, in questi mesi degenerati sui social, in particolare a causa di un video costellato di offese su Tik-Tok, fino a sfociare nell’aggressione con l’acido: è maturata in un contesto familiare definito degradato e promiscuo l’agguato subìto dalle due sorelle di Napoli, all’una di notte di lunedì scorso, nel quartiere Sanità, a Napoli.
Un vero e proprio raid, premeditato, con tanto di pedinamento, scattato dopo che gli aggressori, in sella a tre scooter, hanno accerchiato le vittime, anche loro su un motociclo. Secondo quanto si è appreso gli inquirenti sono riusciti a ricavare immagini eloquenti dell’accaduto e ad accertare che alla base del grave gesto ci sarebbero recondite vicende affettive che non vedono direttamente collegate le tre giovani. La zia delle vittime, praticamente coetanea delle ragazze, che non ha ancora compiuto vent’anni (le vittime hanno 17 e 23 anni, quest’ultima anche madre di una bambina di pochi anni), subito dopo l’agguato compiuto forse con una bottiglia contenente liquido per sturare lavandini, si è resa immediatamente irreperibile. Sembra che l’obiettivo fosse la 17enne, che doveva essere punita per le sue esternazioni sui social. E’ lei quella che ha riportato lesioni più gravi, soprattutto sul viso e sulle gambe. La più grande ha riportato ustioni più lievi, ma che hanno interessato anche il viso. La ventenne si è recata ieri in Questura, accompagnata dal suo legale: ha rilasciato dichiarazioni spontanee che, al momento, non trovano riscontro con il quadro probatorio acquisito dagli investigatori della Squadra Mobile, i quali stanno cercando di delineare gli ultimi dettagli ancora oscuri dell’accaduto sotto il coordinamento della sezione “Fasce deboli” della Procura di Napoli.
Agli agenti ha detto anche che la bottiglia con il liquido era in possesso delle vittime. Nel tardo pomeriggio di ieri, è stata sottoposta a fermo, provvedimento in cui si ipotizza il reato di “deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso”, contestato in concorso. Gli inquirenti sono ancora al lavoro per dare un nome anche agli altri assalitori. La ventenne da ieri sera è chiusa nel carcere femminile di Pozzuoli, in attesa dell’udienza di convalida davanti al gip di Napoli.
“A Napoli un minorenne denunciato o arrestato ogni 36 ore”
Storie di degrado, dunque, ma non solo. Nei primi 5 mesi del 2022, i carabinieri di Napoli e provincia hanno sequestrato 365 armi di varia natura: 158 da taglio, 123 da fuoco e 78 di quelle definite improprie, vale a dire mazze, tirapugni, nunchaku ed altre. Conti alla mano si parla di quasi 3 armi sequestrate al giorno. Non a caso, oggi, nel corso del Comitato per l’Ordine e la sicurezza pubblica ci si è confrontati anche con il mondo della scuola. “Abbiamo concordato un piano di comitati nelle scuole – spiega il prefetto – e nei prossimi giorni ci sarà un tavolo tecnico che definirà le modalità di intervento. Stiamo assistendo a sintomi di un malessere complessivo e abbiamo concordato tutta una serie di interventi di rafforzamento di controlli”. E qui c’è uno dei punti dolenti: poche forze dell’ordine. Il sindaco, Gaetano Manfredi, lo ripete senza se e senza ma. “Da soli non possiamo dare una risposta alle problematiche: ci vuole un grande impegno collettivo e un maggiore impegno a livello governativo”, dice.
Il prefetto conferma: “Abbiamo avuto una prima tranche di rinforzi estivi che riguardano tutta la città metropolitana, circa 80-90 unità, ma sono insufficienti, chiederemo ulteriori rinforzi”. Controlli, dunque, ma anche un dialogo serrato con le famiglie, con i ragazzini. Non a caso proprio a loro rivolge un appello il comandante provinciale dei Carabinieri di Napoli, generale di brigata Enrico Scandone: “Un coltello ferisce, un coltello uccide, un coltello provoca lesioni che possono essere permanenti. La vita non è un videogioco”.