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La Corte d’Assise di Napoli ha assolto perché il fatto non sussiste Salvatore Gargiulio, imputato per omicidio preterintenzionale in relazione alla morte del cognato Salvatore Rossi, avvenuta in seguito ad una lite familiare a Giugliano in Campania (Napoli) la notte tra il 10 e l’11 agosto 2018.

Per la Corte Gargiulio, come sempre sostenuto durante il dibattimento dal suo legale Gennaro Caracciolo dello Studio Forensis di Caserta, si sarebbe solo difeso quando spinse Rossi, che per motivi di salute era tracheostomizzato, facendolo cadere e provocandogli lo staccamento della cannula per la respirazione, circostanza che lo fece morire poco dopo. La lite tra i due cognati avvenne perché Rossi sarebbe intervenuto per difendere la sorella, moglie di Gargiulo.

Per l’accusa – Procura di Napoli Nord – Rossi sarebbe morto per una serie di concause che avrebbero prodotto uno sforzo ed uno stress tale da fargli pervenire un problema cardiaco, causa accertata di decesso; sarebbe dunque morto per shock cardiaco collegato al distacco della cannula e alla serie di litigi dei minuti precedenti. Dal processo è emerso che la lite tra i due provocò l’intervento di carabinieri e ambulanze, e che Rossi colpì alla testa con l’asta del ventilatore Gargiulo mentre questi era di spalle perché trattenuto dai carabinieri operanti; Gargiulo si girò spingendo Rossi, che cadde. Rilevante nel processo è stata la consulenza medico legale dell’esperto nominato dalla Procura, secondo cui Rossi aveva un cuore particolarmente più grande della norma, quasi un quarto più grande, e che presentava talmente tanti problemi che era candidato a morte improvvisa tanto per stress quanto durante il sonno.