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Napoli – Non si sono fatti attendere i commenti alla notizia lanciata, la scorsa settimana, dal tabloid inglese The Sun che ha annoverato, dopo uno studio, Napoli fra le 10 città più pericolose al mondo.

Lo studio ha riguardato tutte le macroaree del mondo ed ha utilizzato, come parametri di giudizio, il numero di omicidi, la presenza di criminalità organizzata, il traffico di droga, rivolte, terrorismo e violazioni  dei diritti umani.

Leggere di una Napoli paragonata a città dove ci sono guerriglie, guerre civili e terrorismo, risulta piuttosto difficile da digerire, non solo per i cittadini del capoluogo campano, ma forse anche per l’Italia intera e tutto l’occidente europeo.  Tra le altre città segnalate si leggono, infatti, i nomi di Raqqa (capitale dell’Isis in Siria), Caracas, Groszny, Mogadiscio, Manila, St. Louis (Usa), Kiev, Perth (Australia), Karachi (Pakistan) e San Pedro Sula (Honduras).

Non si è fatta attendere la reazione del Sindaco De Magistris: “Credo che sia gente che non ha mai vissuto la straordinaria emozione di vivere e passare per Napoli – dice il sindaco Luigi de Magistris replicando al Sun -, e non sanno cosa si perdono. Sono affermazioni risibili. È grave però che si continui a dare una narrazione della città antistorica e soprattutto non rispondente alla realtà che oggi stiamo vivendo. Un giudizio falso e superficiale. La città ha tanti problemi ma certo – conclude – non la si può collocare in una classifica del genere”.

Ma anche la città reagisce attraverso persone che lavorano anche nel mondo del turismo come il presidente di Federalberghi Napoli, Antonio Izzo: “Per giudicare una città, capirne pregi e difetti, e poterne fornire una descrizione bisogna conoscerla. La descrizione è basata su una fama antica  che non corrisponde alla realtà odierna. Solo visitandola e, se possibile, vivendola per qualche giorno, si potrà esprimere un giudizio più veritiero. Per questo invitiamo l’autore dell’articolo del tabloid inglese The Sun, a venire a Napoli per fargli comprendere che la città è completamente diversa da come lui la ha descritta o semplicemente immaginata. Oggi Napoli è una capitale turistica”. 

Gli fa eco Sylvain Bellenger, francese, da circa due anni direttore del museo di Capodimonte a Napoli: “Sono stato qui più volte nel corso della mia vita – dice – e in periodi diversi. Non è una città pericolosa, semmai caotica, ma di un caos dolce. Posso dire che ho vissuto a Chicago per 4 anni e la statistica da quelle parti era di 600 crimini all’anno. Altro che Napoli. Non è affatto vero che Napoli è tra le città più pericolose. È assurdo alimentare una leggenda sulla pericolosità sulla base di notizie false”.

Il reporter inglese, inoltre, sostiene che: la città ha una reputazione veramente pessima in Italia, tanto che l’espressione italiana ‘va’ all’inferno’ è ‘va’ fa Napoli’, che significa letteralmente ‘vai a Napoli’“. Una frase che dimostra come il giornalista non abbia compreso bene il senso dell’espressione che gli è stata riferita che, oltre ad essere poco utilizzata, ha tutt’altro significato…