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Napoli – La terza sezione della Corte di Appello di Napoli (presidente Mirra) ha annullato la sentenza emessa nei confronti del notaio Gabriella De Bellis che in primo grado venne condannata a due anni di reclusione (pena sospesa) per falso in atto pubblico in relazione a un testamento redatto per un facoltoso imprenditore di Casoria (Napoli), vedovo e senza figli. Per i giudici di secondo grado il reato di falso si era già estinto prima della pronuncia di primo grado. La Corte, pertanto, ha annullato tutte le statuizioni civili disposte in precedenza. “Eravamo certi che non sussistevano i presupposti per la condanna e – commentano i legali della professionista, gli avvocati Luigi Tuccillo e Sergio Pisani – riteniamo che in punto di diritto la decisione della Corte sia ineccepibile. Come ritenevano la prescrizione del reato era intervenuta ancor prima della sentenza di condanna e quindi il giudice non avrebbe mai potuta emettere”.

A condannare il notaio De Bellis, nel luglio del 2020, è stata V sezione penale del Tribunale di Napoli: i giudici ritennero che il professionista avesse manifestato le sue ultime volontà, dalle quali era stata esclusa una parte dei nipoti, sette, complessivamente, quando ormai era incapace di intendere e di volere. La condanna comprendeva anche il risarcimento dei danni in favore delle parti civili. I nipoti che comparivano nel testamento finirono sul banco degli imputati con l’accusa di circonvenzione di incapace: nei loro confronti venne pronunciata una sentenza di non doversi procedere per intervenuta prescrizione. Le tre nipoti dell’imprenditore sono state accusate di aver abusato dello stato in cui versava lo zio per farsi versare, complessivamente, sui loro conti correnti oltre un milione di euro (1,046 milioni) con la causale “regalo”