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Napoli – “Non scrivo questo post per dirvi ancora quanta paura si prova a stare in quei reparti, nè per ripetervi quanto fanno male i dispositivi di protezione, nè per ricevere un po’ di compassione per noi “eroi”… perché così ci definite, no? La realtà però è un’altra”. Comincia così la commovente lettera social scritta da Martina, un’infermiera di Castellammare di Stabia impegnata nel reparto Covid di un ospedale napoletano. A rendere pubblico lo scritto è stata la pagina Facebook “Stabiesi 100%”.

L’epidemia di Coronavirus è stata accompagnata da un’altra epidemia, quella del complottismo, della paranoia che alimenta diffidenza e odio. “Noi non siamo super eroi – continua Martina –  se avessimo avuto i superpoteri, avremmo messo fine a tutta questa sofferenza da tempo. Non abbiate compassione, per noi, che stiamo combattendo questa guerra da soli, in quelle 4 mura, contro cosa? Un qualcosa che non riusciamo a sconfiggere… Voglio, però, che iniziaste ad avere compassione per tutte quelle persone che si trovano in quei letti, con delle cavolo di maschere in faccia, collegate a macchinari per riuscire a respirare… ma so che nemmeno scrivendo queste cose capireste, perché, ahimè, c’è gente che non crede in questo virus e che pensa sia solo un complotto… Chi non vede, non crede …ed è proprio cosi”.

“Vi farei guardare gli occhi, che mi spaccano il cuore in mille pezzi, di chi ha paura di non farcela.. gli occhi che piangono dietro quelle maschere”, continua la toccante testimonianza dell’operatrice sanitaria. “Vi farei guardare i volti sfregiati dalle maschere troppo strette… vi farei stringere quelle mani e vi vorrei far provare tutto quello che provo, mentre sussurrano: “aiutami ti prego”,“ quanto mi rimane?”, “preferisco morire”. E più di tutto vi farei provare l’impotenza.. perché ad un certo punto nessun tentativo vale più, non funziona più nulla… e rimaniamo lì ad aspettare la fine…prendendocene cura fino all’ultimo battito e respiro”.

La lettera dell’infermiera si conclude così: “Vorrei che iniziaste a provare compassione per i familiari di queste persone, che vorrebbero rivedere, anche solo per un secondo, il proprio caro, per una carezza, per una parola di conforto… Vorrei che iniziaste ad avere compassione e a pensare che potrebbe trovarsi vostro padre, vostra madre, vostro fratello, vostro nonno o un caro amico, proprio lì al loro posto. Avrei tante altre cose da dire e forse un giorno, vi racconteremo realmente dei nostri stati d’animo, della nostra stanchezza e della nostra immensa forza… ma non importa, per questo c’è tempo. Adesso, vorrei solo che iniziaste a Crederci davvero, perché il Covid non aspetta, arriva e stravolge. Vi chiedo di smetterla di sottovalutare, perché questo virus esiste davvero ed è subdolo. Vi chiedo, con il cuore in mano, di aiutarci.. rispettando semplicemente le regole”.