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Napoli – Dopo una “stregata” passeggiata tra le bellezze culinarie di Benevento, il viaggio tra le cinque Province campane prosegue verso la città più popolosa del sud: Napoli, conosciuta in tutto il mondo per la sua storia, i suoi personaggi ma più di tutto per la sua cucina. Non a caso Napoli è la patria della pizza, divenuta patrimonio dell’umanità, ma anche del ragù e del casatiello.

Ma cosa mangiano i napoletani il giorno del 25 dicembre?

Si parte con un antipasto facoltativo di affettati misti per poi proseguire con il primo natalizio che varia tra quattro pietanze: c’è chi fa la pasta al forno, chi la Lasagna, chi i Cannelloni oppure il Sartù di riso. Ma c’è anche chi predilige la Minestra Maritata, piatto nato nel Casertano, ma molto cucinato in tutta la regione.

Come secondo la scelta ricade su due possibilità: o carne condita con lo stesso sugo del primo piatto, soprattutto polpettine fritte accompagnate con fette di pane croccante e servite con insalata fresca o scarola, oppure il capretto con piselli e patate. Anche le cotiche di maiale al sugo sono tipiche del menu natalizio a Napoli.

Il vero pranzo di Natale, però, non può certo dirsi completo se mancano le ciociole: noci, mandorle, pistacchi, nocciole, fichi secchi, datteri e le cosiddette “castagne del prete” cotte al forno.

Se si riesce, dopo tutto questo ben di Dio, ad arrivare ai dolci, oltre a Struffoli, Mustacciuoli e Roccocò troviamo i loro “fratelli” chiamati Susamielli, termine che deriva da Sesamelli, poiché in passato venivano presentati coperti da semi di sesamo. Sono biscotti tipici a forma di “S”, preparati con farina, zucchero, mandorle e miele.

Immancabili anche i Raffiuoli che possono essere semplici o alla cassata. Il loro nome e la loro forma ricorda molto i ravioli, a cui si sono ispirate le monache benedettine del convento di San Gregorio Armeno durante il Settecento, ma in realtà si tratta di dolcetti di Pan di Spagna dalla forma ovale che possono essere ricoperti di marmellata all’albicocca e pasta reale, oppure imbottiti con crema alla ricotta, chicchi di cioccolato e ricoperti di glassa bianca nella variante “a cassata”. Anche la Pastiera è sempre presente sulle tavole partenopee, nonostante sia la torta principale delle festività pasquali.

È proprio nei dolci che la tradizione gastronomica partenopea dà il meglio di sé. E anche quest’anno non resta altro che armarsi di tanto coraggio e pancia allenata per vivere tutta la magia del Natale tra le prelibatezze di Napoli.

Nel prossimo in incontro con le “Tradizioni Natalizie in Campania” andremo a conoscere cosa c’è sulle tavole irpine, entrando nelle case delle famiglie di Avellino per “gustare” il loro Menu del giorno di Natale.