- Pubblicità -
Tempo di lettura: 2 minuti

Al Vomero il traffico veicolare è ai livelli di guardia, e anche l’arrivo di un supermercato manda in fibrillazione fragili equilibri. Accade in via Cilea, giungla d’asfalto e lamiere, presa d’assalto da sosta selvaggia. Rino Nasti, capogruppo di Europa Verde alla V Municipalità, denuncia l’esasperazione dei residenti, in una strada invasa dal commercio food. “Cittadini di via Cilea, altezza garage Panorama – spiega -, mi esprimono preoccupazione per la paventata ipotesi di apertura di struttura di media distribuzione commerciale al posto del garage”. Nasti ha scritto alla presidente municipale Clementina Cozzolino, per chiedere se ha intenzione di acquisire, “presumibilmente in concerto con l’Assessorato al Commercio, la documentazione inerente l’impatto sulla viabilità di tali insediamenti”. Analoga istanza, in precedenza, aveva presentato al Suap comunale. I documenti in parola sono utili alle “consequenziali valutazioni da parte della Municipalità sulle strategie di contenimento del traffico, sul miglioramento delle azioni di contrasto all’inquinamento acustico ed atmosferico, salvaguardando, conseguentemente, la salute pubblica”.

L’esponente dei Verdi ricorda la vigente normativa, riportata nella modulistica del sito web del Comune di Napoli. Per l’apertura di un supermercato, si richiede la presentazione di una relazione illustrativa. Tra i documenti da includere: uno studio sulla presumibile area di attrazione commerciale e sulla funzione che l’insediamento intende svolgere nel contesto socio economico; uno studio dell’impatto della struttura sull’apparato distributivo dell’area di attrazione commerciale; la relazione tecnica-descrittiva, redatta da un tecnico abilitato. Nel compilarla, il professionista deve inserire uno studio sull’impatto della struttura sull’ambiente e sul territorio, con esplicita assunzione di responsabilità su quanto dichiara. Inoltre, c’è da soddisfare l’osservanza dell’obbligo di localizzazione con progetti di non intralcio al traffico. In tal caso, bisogna dichiarare di aver adottato modalità che non costituiscono comunque intralcio, e non impediscono le esperienze di pedonalizzazione. Insomma, un mosaico di condizioni non semplici. Ancor più complesso, forse, in uno scenario come via Cilea.

Nasti, peraltro, riporta una nota pervenuta nel 2020 dal Servizio Viabilità e Traffico del Comune di Napoli. “Esso si dichiarava di fatto – scrive il consigliere -, all’oscuro di tutte le procedure inerenti l’impatto sulla viabilità cittadina degli insediamenti commerciali”. In particolare, “detto Servizio precisava: ‘che per i pareri ai soli fini di viabilità, non è in possesso di alcuna documentazione inerente in quanto non è mai stato coinvolto in nessuno dei procedimenti in parola”. Tutto a posto, par di capire.