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Napoli – Al centro del sistema messo in piedi per tentare di riconvertire lire in euro c’era il clan dei Casalesi. Secondo gli uomini della Guardia di Finanza e in particolare grazie al coordinamento del procuratore di Napoli Nord, Francesco Greco, la mente della banda era Gaetano Mungiguerra, il quale aveva da poco finito di scontare una condanna per associazione mafiosa. La criminalità organizzata teneva nascosta una considerevole quantità di denaro in lire e grazie alle intercettazioni si è scoperto il sistema con il quale avrebbero guadagnato circa 3,3 milioni di euro. La scadenza per la riconversione delle lire in euro venne fissata per il 28 febbraio 2012, poi c’è stato un decreto legge del Governo Monti, che ha anticipato la scadenza al novembre 2011, un decreto che però la Corte Costituzionale il 7 ottobre del 2015, ha successivamente dichiarato illegittimo. A seguito di questa decisione la Banca d’Italia ha deciso di agevolare tutti coloro che avevano presentato domanda di riconversione della valuta tra novembre 2011 e febbraio 2012. Il clan dei Casalesi aveva procurato documentazione documentazione falsa che attestava che avevano chiesto la riconversione tra il 6 dicembre 2011 e il 28 febbraio 2012. E, in quei mesi, la Banca d’Italia ha ricevuto 254 domande, per 5.099.693.710 convertiti 2.633.772 euro.