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Napoli – Una volta c’era un Movimento 5 Stelle. Oggi ce ne sono due. Anzi, a Napoli, tre. 

La consigliera comunale pentastellata Marta Matano, infatti, domani non sarà accanto al suo collega Matteo Brambilla e alla consigliera regionale Maria Muscarà in occasione di una conferenza stampa indetta per parlare “anche nel merito del programma comunale redatto in modo collaborativo dagli attivisti durante un percorso partecipato e pubblico che è durato diversi mesi”. 
 
Brambilla e Muscarà sono le anime del Movimento puro e duro che non vuole seguire il percorso tracciato a Roma da Giuseppe Conte: quello dell’alleanza con il Partito Democratico e il centrosinistra.
 
Così, statuto alla mano, fedeli a Casaleggio, e con lo slogan “No alleanze”, hanno portato (e portano) avanti la loro battaglia politica. Ma, alla vigilia dell’incontro con la stampa, perdono la consigliera Matano che, come loro, doveva essere davanti ai microfoni.
 
Il perché lo spiega la diretta interessata con un post su Facebook: “Da un messaggio in chat, ho appena appreso che domani alcuni attivisti hanno indetto una conferenza stampa. Non ne sapevo niente”.
 
Seguendo la logica delle parole di Marta Matano, Brambilla e Muscarà sarebbero colpevoli dello stesso ‘reato’ che, assieme a loro, ha imputato al Movimento filo-alleanze: quello di aver azzerato, se non la discussione, le decisioni condivise.
 
Ma, se è così, Mara Matano fa capire di non essere interessata a proseguire alcun percorso con Brambilla e Muscarà. E finanche di rinunciare alla ricandidatura in consiglio comunale.
 
E pensare che su Facebook ricorda: “Il percorso per un programma partecipato del Movimento 5 Stelle è iniziato su mia iniziativa nel novembre del 2019. Ne parlai con Matteo Brambilla. E stabilimmo di cominciare gli incontri, uno per municipalità, allargando la partecipazione a chiunque volesse venire a sedersi ai nostri tavoli per parlare dei problemi di Napoli e delle soluzioni per risolverli. A causa del Covid abbiamo dovuto fermarci e ricominciare su Zoom. Tra novembre e dicembre 2020, alcuni di noi apprendemmo su Rousseau che c’era un metodo per finalizzare meglio le discussioni. E da gennaio 2021, abbiamo cominciato ad utilizzarlo. Questo ci ha portato a lavorare a dei tavoli tematici, come era nostra intenzione dall’inizio, sulla falsariga di quanto fatto nel 2015-2016”.
 
Solo un problema “tecnico” alla base dello strappo della conferenza, quindi? Lo stesso post della Matano dà queste indicazioni: “Certo, molte cose sono successe in quest’ultimo anno. E il metodo con cui alcuni hanno preso delle decisioni senza informarci (il riferimento è al Movimento che si è alleato col centrosinistra nel nome di Gaetano Manfredi, ndr) non ha contribuito a creare un clima disteso al nostro interno: si sono create spaccature e contrapposizioni. Ma abbiamo continuato a tenere la barra dritta – rivendica la Matano – e a scrivere il programma del Movimento pensando che ci saremmo presentati da soli alle elezioni amministrative”.
 
Ora non più? A leggere lo slogan della conferenza di domani “No alleanze”, sarebbe da escludere. E la stessa Matano chiude solo con queste parole: “Ci stavamo organizzando per presentare a breve il nostro programma. Per questo motivo, non comprendo le ragioni di questa conferenza stampa e le modalità con le quali è stata convocata”. 
 
Una volta, il socialista Pietro Nenni ebbe a dire che a fare a gara a fare i puri, si trova sempre uno più puro che ti epura.