- Pubblicità -
Tempo di lettura: 2 minuti

Napoli – Lavorava in una fabbrica tessile a San Giuseppe Vesuvianoa 3 euro all’ora”,  ed era cosi’ “triste” da dire, ora, di vivere “meglio in carcere” che fuori. Per arrivare in Italia 8 anni fa, pagò “15 mila euro e 7 mila euro per il permesso di soggiorno”, dopo aver studiato anche legge per fare l’avvocato nel suo Paese, e poi si è ritrovato a lavorare come “operaio sottopagato per 3 euro all’ora” in alcune fabbriche tessili del Napoletano in una condizione che lo rendeva “triste e disperato”, senza amici, e si “vergognava per questo”. Queste le dichiarazioni di Chandra Deb che emergono dalla perizia disposta dal gup Guido Salvini. Parliamo del 31enne immigrato bengalese che fu arrestato il 12 agosto scorso per avere ferito alla gola con un coccio di bottiglia Michela San Pietro, 65 anni, nel centro di Milano. Solo per l’intervento di alcuni passanti la donna riuscì a salvarsi. Il 31enne del Bagladesh, protagonista in passato di altre tre aggressioni, è detenuto nel carcere di San Vittore accusato di tentato omicidio.

Attraverso i colloqui con l’uomo in carcere viene ricostruita la vita del bengalese, che prima lavorava a San Giuseppe Vesuviano“in una fabbrica tessile, dalle 7 alle 20, per una paga da 3 euro l’ora vivendo con connazionali, da 4 a 8 nella stessa camera, il che spiega la sua incapacità di esprimersi e comprendere l’italiano”. La perizia, firmata dallo psichiatra Mario Mantero, come già emerso, ha accertato l’incapacità di intendere e di volere al momento dei fatti dell’uomo, difeso dal legale Andrea Aloi, che si è avvalso del consulente tecnico e psichiatra Marco Frongillo. Ora per lui dovrà essere fissato il processo con rito abbreviato e, se verrà riconosciuto dal gup il “disturbo psicotico breve” accertato nella perizia, sarà assolto.