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Durante il lockdown per il Covid c’era anche il ‘welfare’ della camorra. I clan, nella zona di Caivano e dintorni, in provincia di Napoli, avrebbero realizzato un’attività di controllo del territorio anche attraverso iniziative apparentemente lecite, per il soccorso di persone economicamente già fragili e maggiormente indebolite dal periodo di pandemia per l’emergenza coronavirus.

Così avrebbero attuato una forma di “sostegno interessato” verso i giovani bisognosi che avevano perso il lavoro in realtà già depresse; in particolare, in quel periodo di assoluto blocco delle attività, sarebbe stato organizzato un vero e proprio “banco di distribuzione di alimenti” alle famiglie bisognose di Caivano, comune a Nord di Napoli. Il particolare è emerso dall’operazione dei Carabinieri del nucleo investigativo di Castello di Cisterna (Napoli) che oggi hanno arrestato proprio a Caivano, in provincia di Napoli, 20 persone accusate, a vario titolo, dalla Dda di associazione di tipo mafioso, coalizzatasi nel clan Gallo-Angelino, nonché di estorsioni consumate e tentate, di detenzione e porto di armi da guerra e comuni da sparo, delitti aggravati dal cosiddetto metodo mafioso. I militari hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale di Napoli su richiesta della Dd della Procura di Napoli.

Durante il blitz portato a termine oggi sono scoperti impianti di video sorveglianza, nascosti nelle mura, e armi, kalashnikov, seppelliti pronti all’uso. Il sodalizio criminoso, attivo dal novembre 2019 al maggio 2020, avrebbe operato attraverso sistematiche richieste estorsive ai danni di imprenditori edili e di commercianti della zona e si sarebbe avvalso anche di una grande disponibilità di armi, molte delle quali abilmente nascoste sotto terra o in intercapedini di edifici. Tutto questo avrebbe assicurato al gruppo criminale la supremaziona rispetto alle altre organizzazioni camorristiche presenti nell’area.