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Napoli – “Stamattina picchetto fuori le fabbriche, oggi non è entrato nessuno”. Nel giorno dell’ennesimo tavolo ministeriale sulla vertenza Whirlpool Napoli si fermano, per otto ore, tutti gli operai degli stabilimenti italiani della multinazionale americana.

La vertenza sulla chiusura del sito di Napoli Est riguarda tutti i lavoratori del Paese, lo dimostrano le foto scattate questa mattina all’esterno degli altri stabilimenti di Whirlpool in Italia.

Da Varese, passando per Comunanza, fino a Siena le fabbriche restano vuote, mentre il coro che si alza all’esterno degli stabilimenti, dove ci sono gli operai in presidio, è sempre lo stesso: “Napoli non deve chiudere”.

La chiusura del sito di Ponticelli, che straccia letteralmente l’accordo industriale firmato dalla multinazionale dell’elettrodomestico col Governo, non può che non mettere in agitazione tutti gli operai italiani. Motivo per cui al tavolo del Mise, che partirà intorno alle 10 e 30 di questa mattina, ci saranno delegati delle Regioni dove hanno sede gli altri stabilimenti della multinazionale in Italia come: Marche, Toscana e Lombardia.

A sostenere gli operai napoletani ci saranno al tavolo, in videoconferenza, anche rappresentanze delle istituzioni locali, come l’assessore al Lavoro del Comune di Napoli, Monica Buonanno e Antonio Marchiello delegato alle attività produttive della Regione Campania.

Con la speranza che la Whirlpool possa fare un paso indietro evitando il tracollo sociale ed economico di un intero territorio. Al momento, se non ci saranno novità da quest’ultimo incontro al ministero dello Sviluppo, il prossimo 31 ottobre in Campania si perderanno oltre mille posti di lavoro, nonostante gli accordi industriali siglati dalla stessa Whirlpool a Roma con il ministro Luigi Di Maio.