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Milano – Avrebbe dovuto sottoporsi a “un intervento chirurgico di routine” di riduzione di una frattura alla spalla, dopo un “banale infortunio domestico”, ma l’operazione non ebbe mai inizio perché dopo l’induzione dell’anestesia la donna, 71 anni, subì un arresto cardiaco, andò in coma e poi in stato vegetativo, che persiste anche a 3 anni di distanza dai fatti. E’ la vicenda raccontata nell’atto di citazione, firmato dai legali Fabio Venturini e Filippo Siano, che assistono il marito, il quale ha intentato una causa civile, in corso, per il riconoscimento dei danni a favore della donna e a carico della Casa di Cura Columbus di Milano e dell’anestesista. La donna, spiegano i legali, fu ricoverata il 10 luglio 2014 alla Columbus e l’11 agosto un istituto di Parma accertò lo “stato vegetativo”. I legali nell’atto segnalano errori che sarebbero avvenuti nella clinica, tra cui il fatto che non venne effettuata una “visita anestesiologica”. Ora la donna “muove solo la testa e gli occhi”.