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Qualcuno lo ha già ribattezzato il ‘patto della Scrofa’. Che sancisce il ‘disgelo’ tra Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi dopo lo scontro sul caso Ronzulli e lo ‘strappo’ di Forza Italia sull’elezione di Ignazio La Russa alla presidenza del Senato. Alle 16.40 circa di ieri, il Cav ha varcato il portone di via della Scrofa, storica sede di An prima e poi di Fratelli d’Italia, per un faccia a faccia vero, un incontro senza ‘intrusi’.

Ai più l’ex premier è sembrato non proprio contento di trovarsi in ‘casa Meloni’, costretto per realpolitik a ‘venire a Canossa’ per riprendere la trattativa sul futuro governo e spuntare nomi graditi, soprattutto alla Giustizia e al Mise.

Pare che un accordo di massima sui ministri di Forza Italia sia stato raggiunto, ma sugli azzurri papabili resta la consegna del silenzio e non è chiaro se il leader forzista abbia ottenuto l’ok a 4 o 5 dicasteri, ovvero uno in più della Lega, che ha ‘ricevuto’ la presidenza della Camera e il superministero dell’Economia. Rimasta fuori dal Cdm Licia Ronzulli, secondo i boatos però sarebbe dentro Antonio Tajani (sempre in pole per la Farnesina). Per Elisabetta Alberti Casellati si profilerebbe un posto di ministro in quota Forza Italia, ma non alla Giustizia. L’ex presidente del Senato potrebbe guidare il dicastero delle Riforme. Per il ruolo di Guardasigilli in pole ci sarebbe l’ex pm Carlo Nordio eletto nella file di Fratelli d’Italia. L’azzurro Gilberto Pichetto Fratin è il favorito per la Transizione ecologica, Anna Maria Bernini all’Università e forse Alessandro Cattaneo alla Funzione pubblica. Come ‘risarcimento’ per l’esclusione dal futuro esecutivo Ronzulli, raccontano, dovrebbe diventare capogruppo al Senato, al posto della uscente Bernini, mentre il fedelissimo di Tajani, Paolo Barelli, potrebbe essere riconfermato come presidente dei deputati.