Taranto – La Corte d’Assise di Taranto, presieduta dal giudice Giuseppe Licci (a latere Elvira di Roma e sei giudici popolari) ha rigettato, dichiarandole inammissibili, le richieste di patteggiamento proposte, con il consenso della procura, dalle società Ilva spa e Riva Forni Elettrici, la cui posizione era stata stralciata nel processo per il presunto disastro ambientale causato dall’Ilva, chiamato ‘Ambiente Svenduto’. La Corte ritiene che possano essere patteggiati i reati amministrativi delle società se sono patteggiabili i cosiddetti reati-presupposto e ha indicato nel caso specifico il reato di avvelenamento di sostanze alimentari contestato agli imputati, che non è patteggiabile. Il procedimento è stato riunito al processo-madre, fissato per il 12 luglio, che vede imputate 44 persone fisiche e la società Partecipazioni industriali (ex Riva fire).
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