Regionali, Sergio D’Angelo (Avs) annuncia: “Rinviato a giudizio per aver difeso 300 lavoratori”
Regionali, spunta “CAF”: il ‘candidato senza nome’ nella lista di Clemente Mastella
Uno spot elettorale può fare la differenza. Quello giusto, non passa certo inosservato. Ed è quello che è successo con lo spot elettorale di Mauro Scarpitti, candidato nella lista “Noi di Centro” che fa riferimento a Clemente Mastella.
A far discutere, però, sarebbe il nome di Mauro Scarpitti, candidato della lista, apparso in uno spot accanto a Sabino De Micco, consigliere della VI Municipalità di Napoli arrestato nel 2024 con l’accusa di voto di scambio politico-mafioso e poi tornato in carica dopo i domiciliari.
Come riportato da Napolitan.it, sul fac-simile elettorale di Scarpitti comparirebbe infatti il soprannome “CAF”, lo stesso utilizzato da Giusy De Micco alle amministrative di Cercola del 2023, tornato di attualità dopo le indagini che portarono all’arresto di sette persone per presunto voto di scambio.
De Micco, già vicino a Forza Italia e poi a Fratelli d’Italia, è titolare della SDM Group, una rete di oltre 30 CAF e patronati tra Napoli, Milano e Firenze, con sedi anche a Dubai, Tirana e Timișoara. L’azienda offrirebbe servizi che spaziano dalla consulenza fiscale alla formazione e al noleggio, fino alla finanza agevolata e all’assistenza sanitaria privata.
Secondo Napolitan.it, il sistema dei CAF sarebbe diventato nel tempo un potente strumento di consenso, soprattutto nei quartieri popolari, dove un aiuto concreto (una pratica gratuita, un certificato, una fotocopia) può facilmente tradursi in sostegno politico.
La scelta di Scarpitti di puntare tutto sul nome “CAF” sembrerebbe dunque sollevare più di un interrogativo: semplice coincidenza o richiamo a un meccanismo di consenso già collaudato?
“Non chiamare le aziende”: il monito di Cascone a Caputo che sa più di minaccia che di etica politica
Un commento che suona come un rimprovero, ma che in realtà sembra un avviso. È quello che il Consigliere Regionale Luca Cascone, oggi candidato con Roberto Fico nella lista A Testa Alta, ha rivolto via social all’ex assessore all’Agricoltura Nicola Caputo, oggi in Forza Italia.
Il “botta e risposta” è nato da un post nel quale Caputo ha ufficializzato il proprio sostegno a Edmondo Cirielli come candidato alla guida della Regione Campania. Parole di stima, di visione e di convinzione politica, che però hanno subito attirato la replica di Cascone.

“Nicola come sai ti stimo e ti voglio bene… Però ti chiederei, se ti fosse possibile, per correttezza nei confronti di tutti, di non chiamare le aziende agricole della provincia di Salerno per la tua candidata o per il tuo nuovo partito”, ha scritto Cascone.
Una frase che pesa come un macigno. Perché, al di là della cortesia formale, il messaggio lanciato dal consigliere campano sembra avere poco a che vedere con l’etica politica e molto con la logica del “territorio controllato”. Un “non chiamare” che suona più come un avvertimento che come un richiamo alla correttezza.
Come se quelle aziende agricole, realtà produttive che dovrebbero essere libere di scegliere e confrontarsi con chiunque, fossero “appartenenti” a una parte politica, o peggio, a un sistema.
Caputo, da ex assessore all’Agricoltura, ha certamente intrecciato rapporti istituzionali e amministrativi con il mondo agricolo campano, com’è naturale nel suo ruolo. Ma veder trasformare quei rapporti in un terreno da “difendere” politicamente getta un’ombra sull’idea stessa di confronto democratico.
La politica, quella vera, dovrebbe promuovere libertà di dialogo e rispetto reciproco. Qui, invece, sembra affiorare una logica diversa: quella del controllo e della paura di perdere consenso.
Un episodio che racconta, ancora una volta, quanto sia difficile in Campania parlare di politica senza inciampare nella gestione dei rapporti e dei territori. Perché, a leggere tra le righe, il messaggio di Cascone non è solo per Caputo. È un monito rivolto a chiunque osi “chiamare” fuori dal recinto.
Rione Libertà, una vertenza territoriale per costruire il riscatto del quartiere
Il Rione Libertà non è un bancomat. È il refrein riecheggiato nel salone parrocchiale della chiesa dell’Addolorata, dove è stato presentato il progetto di una rete di popolo contro l’abbandono e la desertificazione dei servizi sociali.
CGIL, Libera, Agesci, Auser, Sunia, Federconsumatori e le due parrocchie del Rione, cioé la stessa Addolorata e San Modesto con i rispettivi parroci hanno promosso una iniziativa che è ispirata al dissenso rispetto alla condizione e allo stato delle cose che si registra oggi ed hanno chiesto una radicale inversione di tendenza nelle politiche di welfare.
Senza sicurezza, senza servizi, senza infrastrutture, il più popoloso e popolare dei quartieri cittadini, afflitto da pesanti, croniche e strutturali condizioni di debolezza e fragilità socio-economica, langue in un abbandono che sembra irreversibile. Una condizione che, di fatto, segnala il Rione come un contenitore di elettori buono solo a votare per coloro che imboniscono meglio degli altri per poi dimenticarsi delle promesse fatte e della stessa esistenza del Rione.
Ecco dunque una risposta alla denunciata condizione che propone l’importanza e la necessità di una rete sociale di collaborazioni e di cooperazioni all’interno della società civile rionale. Si tratta probabilmente dell’ultima speranza per la riqualificazione di un’area che ha perso negli anni alcuni servizi comunque essenziali.
Un’assemblea pubblica promossa da una rete costituita da sindacati e associazioni ha quindi avuto la possibilità e l’opportunità di discutere delle più gravi criticità che si riscontrano nel Rione. Quello che più preoccupa i cittadini è la mancanza di un Presidio sanitario nell’area rionale, ma preoccupano ancora altre carenze di servizi ed, ovviamente il complessivo degrado urbano. I partecipanti all’Assemblea hanno quindi trovato l’accordo per la necessità di una mobilitazione collettiva per richiamare l’attenzione delle Istituzioni locali.
Michele Martino, referente dell’Associazione Libera, ha aperto i lavori dell’Assemblea, che sono stati moderati da Giuseppe Vassallo, segretario dei pensionati della Cgil, ha sottolineato: “Vogliamo sia realizzata una rete di ascolto. Le Parrocchie sono il primo presidio d ascolto”. Poi l’affondo: “È una vergogna che il quartiere più popoloso della città non abbia più un Presidio sanitario. Non c e dislocamento di servizi amministrativi. Un quartiere che ha fatto negli anni enormi passi indietro. Eppure questo dovrebbe essere il quartiere anima della città e ci ritroviamo con problemi incancreniti da anni”.
Il segretario provinciale della Cgil Luciano Valle ha spiegato la partecipazione alla manifestazione del Sindacato con queste parole: “Un quartiere in abbandono con servizi pubblici che non esistono più. L’Asl in qualche modo ha bloccato il suo presidio non ci sono più uffici. I cittadini completamente abbandonati e l’edilizia che non c’è”.
Don Gaetano e Don Lorenzo, che guidano le due Parrocchie e che quotidianamente accolgono e ascoltano le difficoltà e le lagnanze dei residenti, hanno ribadito l’importanza del confronto diretto e del ritrovarsi come comunità. Peraltro, come ha riportato l’ultimo report curato dalla Caritas diocesana e presentato nei giorni scorsi alla pubblica opinione, è emerso che le Parrocchie sono diventate fondamentali punti di ascolto per il grido di dolore dei cittadini in difficoltà.
Don Gaetano ha spiegato: “E’ fondamentale incontrarsi. La situazione economica non è dei migliori dei cittadini. Si deve camminare insieme e poter cambiare la situazione. E’ una situazioni endemica. Da molto tempo il rione vive una fase complessa. Sia il cittadino che le istituzioni devono camminare insieme per poter uscire. Denunciare il problema e la speranza di poter risolvere il problema”.

Rocchetta Sant’Antonio Capitale delle Ferrovie Turistiche Ofantine
Nel cuore dei Monti Dauni, a 633 metri sul livello del mare, Rocchetta Sant’Antonio – borgo di poco più di 1.600 abitanti – è stata proclamata “Capitale delle Ferrovie Turistiche Ofantine” in occasione del 130° anniversario della storica ferrovia Avellino–Rocchetta.
La cerimonia di apposizione della targa si è svolta il 26 ottobre 2025 presso la stazione di Rocchetta Sant’Antonio–Lacedonia, alla presenza del Segretario Regionale AEC Italia Antonio Garruto, dei sindaci di Rocchetta e Lacedonia e di numerose associazioni. Il riconoscimento, promosso dall’Association Européenne des Cheminots (AEC Italia aecitalia.org ), celebra la ferrovia come patrimonio culturale, paesaggistico e turistico, non solo come mezzo di trasporto.
130 anni di storia. Inaugurata nel 1895, la linea Avellino–Rocchetta attraversa tre regioni – Puglia, Basilicata e Campania – e da sempre rappresenta un crocevia strategico. La rievocazione storica ha seguito idealmente il percorso originario: partenza da Avellino, tappa a Morra De Sanctis e arrivo a Rocchetta, dove si è tenuto il convegno “La Ferrovia Avellino–Rocchetta Sant’Antonio Lacedonia 130 anni dopo, tra storia e futuro”.
La giornata ha unito momenti istituzionali, visite guidate, degustazioni di prodotti locali e la scopertura della targa commemorativa.
Una capitale simbolica e sostenibile. Il titolo di “Capitale delle Ferrovie Turistiche Ofantine” richiama il fiume Ofanto, che attraversa il territorio, e simboleggia una rete ferroviaria capace di unire paesaggi e comunità. Come ha ricordato Rai News, Rocchetta è “un paese, tre linee ferroviarie”: un punto d’incontro tra tre regioni e altrettanti mondi.
L’attribuzione non è solo simbolica: rappresenta un impegno per la valorizzazione delle ferrovie storiche e per un turismo lento e sostenibile. In linea con la Legge 128/2017 sulle ferrovie turistiche, Rocchetta entra così in un circuito di mobilità dolce e scoperta del territorio.
Un borgo che guarda al futuro. Per Rocchetta Sant’Antonio il riconoscimento è una spinta al rilancio: la ferrovia può diventare volano di sviluppo, promuovendo itinerari, eventi e turismo esperienziale legato al paesaggio, all’architettura e alla cucina locale.
Come ricorda l’AEC, “il treno è un ponte culturale tra territori, popoli e paesaggi”.
Rocchetta raccoglie questa eredità, trasformando il passato in una risorsa per il futuro: non solo memoria di ferro, ma energia per una nuova stagione del turismo dei borghi.
Era presente la famiglia del Capo Stazione Quadrale Antonio per ritirare il diploma Euroferr alla memoria.
Protesta contro Teva e attivisti arrestati: sono un caso al Comune di Napoli, ricordando la mozione
Da un lato ci sono la protesta, le tensioni, gli arresti di sabato scorso alla Mostra d’Oltremare. Dall’altro c’è un caso politico. Tutto ruota intorno Teva, azienda farmaceutica israeliana, presente al Pharma Expo di Napoli. Teva è una multinazionale specializzata nella produzione di farmaci generici. Da un po’ di tempo, è oggetto di una campagna di boicottaggio internazionale, accusata di schierarsi pubblicamente con lo Stato e l’esercito israeliano. Una contestazione riproposta anche a Napoli, da parte degli attivisti Pro Palestina.
Oggi c’è però chi ricorda anche una mozione, approvata all’unanimità dal consiglio comunale di Napoli, lo scorso luglio. Con l’obiettivo di “porre termine allo sterminio del popolo palestinese”, essa impegna il sindaco e l’amministrazione anche “a rescindere ogni collaborazione istituzionale con enti, associazioni e istituzioni israeliane espressione diretta dell’attuale Governo israeliano nei diversi settori di competenza delle politiche amministrative cittadine”. Impegna pure il sindaco Gaetano Manfredi, nella qualità di presidente dell’Anci, a sostenere presso la Regione Campania “l’adozione di restrizioni agli accordi istituzionali per lo studio, la cultura, la ricerca, gli scambi commerciali e tecnologici verso Università e Imprese israeliane”. E a fare lo stesso presso le Regioni e il Governo italiano. Al centro della mozione, c’è dunque pure il sostegno alla campagna internazionale Bds (Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni). Una delle azioni di pressione considerate più efficaci, mirate a colpire l’economia israeliana, da cui il governo Netanyahu trae risorse attraverso le imposte.
A rivendicare quell’atto di 3 mesi fa è il suo promotore, il consigliere Rosario Andreozzi di Avs. “Con la mozione che ho presentato in Consiglio comunale – spiega – ho voluto riaffermare un principio di fondo: le istituzioni locali, pur nei limiti delle proprie competenze, hanno il dovere di esprimere con chiarezza un orientamento politico e morale davanti a ciò che la Corte Internazionale di Giustizia e le Nazioni Unite hanno riconosciuto come atti di genocidio contro il popolo palestinese”. Andreozzi ritiene “importante che una città come Napoli mantenga viva questa coscienza civile, alimenti il dibattito democratico e sostenga iniziative concrete di cooperazione e solidarietà verso il popolo palestinese”. Questo, nell’ottica di “un segnale che rafforza il ruolo delle istituzioni locali come presidio dei valori di pace, diritto e umanità”. Certo, non è il Comune di Napoli l’organizzatore del PharmExpo 2025, fiera dedicata all’industria farmaceutica. Ma l’evento, concluso il 26 ottobre, è stato ospitato alla Mostra d’Oltremare. Cioè nello spazio fieristico la cui società è partecipata da Palazzo San Giacomo, con una quota maggioritaria. Da qui nascono gli interrogativi, rammentando la mozione di luglio. “Trovo allucinante che tre nostri concittadini siano in carcere per avere ribadito che la nostra città è dalla parte della Palestina” sottolinea Andreozzi. Il consigliere annuncia: “Continuerò, in tutte le sedi istituzionali e non, a spingere affinché i rapporti con lo stato genocida d’Israele cessino e resterò convintamente al fianco di chi lotta per una causa giusta”.
Petracca non teme colpi interni dal Pd ma chiarisce: sono un uomo libero
“Sono a disposizione del Pd come uomo libero. Per me parlano dieci anni di lavoro per l’Irpinia”.
Va subito al sodo Maurizio Petracca, consigliere regionale uscente e capolista del Pd in vista delle prossime elezioni in Campania, in occasione dell’inaugurazione del comitato elettorale in Piazza Libertà.
Al suo fianco le due candidate donne “escluse” dal listino dem, Antonia Caruso di Avella e l’ex sindaco di Villamaina Stefania Di Cicilia. Poi una ricca platea, dal segretario provinciale dem Nello Pizza agli ex consiglieri comunali di Avellino Luca Cipriano, Enza Ambrosone, Nicola Giordano, Ettore Iacovacci , ma anche non iscriti al Pd come il consigliere di maggioranza Nicole Mazzeo che, prima aveva lasciato il gruppo di Gianluca Festa, poi costituto uno a sostegno di Laura Nargi.
Grande assente l’altro candidato nella lista dem, l’ex candidato sindaco ad Avellino Tonino Gengaro, mentre in platea hanno risposto presente le due quote rosa Anna Nazzaro E Anna Cervinaro
E proprio ai due ex sindaci vengono rivolte le accuse maggiori del consigliere regionale rei, secondo il suo punto di vista, di aver abbandonato la causa civica per sostenere il centrosinistra.
Ma i problemi maggiori Petracca li tiene proprio in casa propria, in quel Pd che fino alla fine ha “litigato” per i nomi dei candidati. “Si potranno esprimere due dei quattro nomi sulla scheda, ma a rappresentare l’Irpinia saremo in sei – dice sul punto tra gli applausi- La direzione provinciale aveva deliberato un’ipotesi di lista che il livello regionale ha successivamente modificato. Due donne che avevano dato la loro disponibilità a candidarsi per il PD. Sono qui con me oggi a testimoniare la loro vicinanza al partito e la volontà di impegnarsi nella campagna elettorale, forse con ancora più convinzione di prima.
L’indicazione di Tonia Caruso non proveniva solo da me – sottolinea con riferimento all’ex sottosegretario Del Basso De Caro – ma rappresentava la scelta di una parte ampiamente maggioritaria del partito. C’era una logica chiara anche per la candidatura di Stefania Di Cecilia: esponente di rilievo del partito da molto più tempo di me, avrebbe rappresentato l’area dell’Ufita e dell’Alta Irpinia, mentre la dottoressa Caruso avrebbe dato voce al territorio del Vallo di Lauro-Baianese. Io, avellinese di nascita, completavo un quadro equilibrato. Quando però si vogliono fare dei giochetti, ognuno trova le proprie soluzioni”.
Quindi gli strali finali: “Ribadisco: sono e resto a disposizione del partito come uomo libero, e non ho bisogno di tutori o “balie”. Forse, da parte del neo-segretario regionale Piero De Luca, c’è stato un primo piccolo passo falso. Tuttavia, devo riconoscere che ha gestito la situazione con difficoltà, com’era prevedibile, considerate le molteplici sollecitazioni provenienti da diverse aree.
Credo — e non temo smentite — che le narrazioni che arrivano a Roma siano spesso difformi da ciò che accade realmente nei territori. Se così non fosse, significherebbe che a Roma c’è una certa distrazione rispetto a quanto avviene in provincia.
È ovvio che Piero De Luca avesse l’esigenza di trovare una sintesi: una sintesi è stata raggiunta, cercando di tenere tutti dentro. Mi auguro che la campagna elettorale possa svolgersi in un clima sereno, nonostante non sia iniziata nelle condizioni migliori.
Regionali, Conte e Fico aprono la campagna elettorale: “Con De Luca lavoriamo per un obiettivo comune”
Giuseppe Conte e Roberto Fico hanno aperto ufficialmente la campagna elettorale del Movimento 5 Stelle al teatro Troisi di Napoli, dove sono stati presentati i candidati e le candidate che rappresenteranno il Movimento nelle diverse circoscrizioni della Campania.
Saranno otto le liste a sostegno della candidatura di Roberto Fico alla presidenza della Regione, incluse quelle dell’area di centrosinistra.
Durante l’incontro, i due esponenti pentastellati hanno voluto sgomberare il campo da eventuali tensioni con il presidente uscente Vincenzo De Luca. “Giusto che De Luca rivendichi i suoi risultati. Ci stiamo mantenendo in contatto e lui ci sostiene. Il confronto all’interno della coalizione sarà sui temi”, ha dichiarato Fico.
Conte ha poi ribadito le priorità del Movimento per la regione: “Sviluppo e crescita dell’occupazione sono le nostre priorità, ma con particolare attenzione alle fasce più deboli della popolazione”.
Non sono mancati riferimenti critici al governo nazionale: “Questo è il governo delle tasse. Abbiamo la pressione fiscale più alta degli ultimi dieci anni, nessun intervento vero a favore delle imprese e neppure per i cittadini”, ha affermato Conte.
Il leader del M5S ha poi commentato le recenti dichiarazioni del governatore uscente: “Posso capire che un presidente uscente voglia rivendicare quel che di buono ha fatto, ci sta. Adesso lavoreremo tutti per un medesimo obiettivo”.
Entrando nel merito delle sfide per la Campania, Conte ha sottolineato l’importanza di investire sull’innovazione e sull’occupazione:
“La Campania ha dei numeri sulla crescita, ma dobbiamo investire sulle nuove tecnologie, sostenere la competitività delle imprese e far crescere sempre più forte il tessuto produttivo, in particolare quello delle piccole e medie imprese. Dobbiamo creare occupazione”.
E ha concluso: “La Regione è il luogo privilegiato per impostare le politiche attive del lavoro. Tutto è in mano alla Regione e noi, dal governo, non siamo riusciti ad attuarle perché le Regioni di centrodestra ci hanno ostacolato. Quindi questa sarà una bellissima sfida”.
Avellino, i convocati di Biancolino per la trasferta di Pescara
Dopo la pesante sconfitta interna contro lo Spezia (0-4), l’Avellino è chiamato a reagire nella trasferta di Pescara, valida per la decima giornata del campionato di Serie BKT.
Mister Raffaele Biancolino dovrà però fare a meno di Luca Palmiero, squalificato per un turno dopo l’espulsione rimediata proprio nel match con i liguri. Il centrocampista tornerà a disposizione sabato prossimo per la sfida del “Partenio-Lombardi” contro la Reggiana.
Il tecnico biancoverde ha diramato la seguente lista di convocati per la gara dell’Adriatico-Cornacchia:
Portieri: 1 Iannarilli, 30 Daffara
Difensori: 2 Missori, 23 Cagnano, 29 Cancellotti, 44 Simic, 56 Enrici, 63 Fontanarosa, 78 Milani, 79 Manzi
Centrocampisti: 8 Gyabuaa, 16 Kumi, 20 Palumbo, 21 Armellino, 24 Sounas, 39 Besaggio
Attaccanti: 7 Tutino, 10 Russo, 14 Biasci, 17 Crespi, 32 Lescano, 33 Panico, 94 Insigne
Nel report medico, restano fuori Luca D’Andrea e Andrea Favilli, entrambi impegnati nel recupero post operatorio (menisco esterno per il primo, resezione ossea per il secondo). Cosimo Patierno continua a migliorare dopo la grave infezione virale che lo ha colpito, mentre Michele Rigione non ha ancora recuperato dall’infortunio al soleo.
L’Avellino proverà a voltare pagina e a ritrovare compattezza in un match insidioso, contro un Pescara che in casa cercherà di imporre ritmo e intensità. Per i lupi, l’obiettivo è chiaro: cancellare il pomeriggio amaro con lo Spezia e ripartire con punti e fiducia.






















