“Anche oggi – continua Ronghi – su tutti i quotidiani locali invece di leggere proposte del cdx sul modello di Regione che si vuole proporre, continua lo stillicidio tra i massimi vertici locali sul “a chi tocca la presidenza”, come se la competizione politica fosse essenzialmente tra alleati e non, invece, uniti contro gli avversari del centrosinistra, lasciando trapelare così un clima conflittuale interno che allontana le possibilità di vittoria. “. “Se i litigiosi vertici del cdx invece di ascoltare i propri “tifosi” ascoltassero le esigenze del popolo campano comprenderebbero che in Campania è possibile una svolta attraverso un programma di rilancio partendo dalla Sanità e dal Lavoro e da un candidato Presidente non di bandiera ma capace di aggregare i moderati e quelli elettori stanchi dei partiti rissosi, forse così ritroverebbero la necessaria serenità e costruttivita’ per tornare a vincere anche in Campania”, conclude Ronghi.
Ronghi: “Nel centrodestra campano serve serenità per vincere”
“Anche oggi – continua Ronghi – su tutti i quotidiani locali invece di leggere proposte del cdx sul modello di Regione che si vuole proporre, continua lo stillicidio tra i massimi vertici locali sul “a chi tocca la presidenza”, come se la competizione politica fosse essenzialmente tra alleati e non, invece, uniti contro gli avversari del centrosinistra, lasciando trapelare così un clima conflittuale interno che allontana le possibilità di vittoria. “. “Se i litigiosi vertici del cdx invece di ascoltare i propri “tifosi” ascoltassero le esigenze del popolo campano comprenderebbero che in Campania è possibile una svolta attraverso un programma di rilancio partendo dalla Sanità e dal Lavoro e da un candidato Presidente non di bandiera ma capace di aggregare i moderati e quelli elettori stanchi dei partiti rissosi, forse così ritroverebbero la necessaria serenità e costruttivita’ per tornare a vincere anche in Campania”, conclude Ronghi.
Salerno, Ferrante (FI): “Restituire la Campania a energie sane”
Mobilità elettrica, Premio Innovazione America a una start up sannita
Un riconoscimento è sempre la testimonianza del fatto che le idee realizzate, alla fine, hanno preso la direzione giusta e possono essere sviluppate puntando alla crescita di anno in anno. Con questo spirito, la start up sannita dell‘ingegnere Pasquale Senese, la Ev Field Service Srl, ha ottenuto il Premio Innovazione America presso la Camera dei Deputati.
Selezionata tra 300 aziende da parte della Fondazione Italia – Usa, quella della sannita ha rappresentato l’idea più innovativa in tema di mobilità elettrica e in forte esapensione. Un risultato che premia la capacità dell’azienda di coniugare visione strategica, innovazione tecnologica e sostenibilità, contribuendo attivamente alla costruzione di un futuro elettrico in Italia.
“Siamo entusiasti – ha commentato il CEO; Pasquale Senese – di poter guidare la rivoluzione della mobilità elettrica con un asso nella manica: la nostra capacità di supportare le aziende nella transizione verso l’elettrico attraverso infrastrutture su misura e un algoritmo avanzato. Il nostro obiettivo è diventare leader nel settore, offrendo soluzioni intelligenti che ottimizzino tempi, costi ed efficienza, allineandosi perfettamente alle esigenze operative di ogni business. Siamo orgogliosi di essere stati selezionati tra le 300 aziende italiane più innovative e di operare in un settore in forte crescita, dove nei prossimi anni vedremo un vero boom di espansione. Con il nostro algoritmo, che rende la transizione elettrica non solo sostenibile ma anche economicamente vantaggiosa, puntiamo a coniugare sostenibilità ambientale e crescita economica per tutti i nostri clienti”.
Lite per futili motivi, 14enne ferito lievemente
Gasparri a Caserta: “Politica dei dazi catastrofica, va cancellata”
“Credo sia una politica sbagliata, ottusa e dannosa. Tanto è vero che Trump l’ha sospesa e non l’ha messa in campo. Ma il solo annuncio ha creato gravi danni. E’ una politica che va archiviata, va cancellata”, ha spiegato Gasparri.
“Consiglio a Trump di leggersi i discorsi di un grande presidente americano repubblicano, Ronald Reagan, che parlava contro i dazi per la libertà dei commerci. Noi siamo il terzo Paese per esportazione nel mondo. Quindi, dobbiamo auspicare un mercato sempre più aperto per i profitti italiani. Ha fatto bene Meloni a porre una serie di questioni a Trump che, penso, sarà costretto dalla realtà a correggere le sue scelte che non esito a definire dissennate”.
Ribadito il no al salario minimo: “Noi vogliamo che siano le parti sociali a determinare il livello delle retribuzioni in una libera contrattazione”.
“Ci siamo preparati a queste elezioni col nostro metodo: quello di scegliere i migliori candidati possibili coniugando la storia politica del centrodestra (a Marigliano candidiamo Paolo Russo che e’ stato un nostro grandissimo parlamentare, a Giugliano Gianni Pianese che e’ stato consigliere regionale di FI) con l’innovazione e l’ apertura alla societa’ civile. Ovviamente e’ un turno elettorale minore perche’ la vera partita saranno.le Regionali che speriamo di celebrare quanto prima”.
“Per quanto riguarda il candidato alla Presidenza, noi abbiamo gia’ detto che se la proposta toccasse a FI noi andremo sulla proposta di un candidato civico”. A chi gli chiede se, in questo momento, sia importante andare a una sintesi, risponde: “Ovviamente. Noi siamo quelli che non apriamo discussioni, non facciamo polemiche, teniamo unita la coalizione. Pero’ non trasformiamoci in ‘signor no’. Non e’ che ogni candidato che si affaccia deve esser per forza bocciato – ha precisato. Ci sono tante espressioni della societa’ civile che vogliono dare una mano che vogliono esser protagonisti e dobbiamo accoglierli. Dobbiamo essere consapevoli che allargandoci, possiamo vincere le Regionali. E se toccasse a FI, io sogno di avere per la prima volta una donna presidente di Regione”.
Lunghe file agli scavi di Pompei, protestano le guide turistiche
Le guide, si ricorda nella nota di Associazione guide turistiche Campania, Confguide Campania, Federagit Confesercenti, Uiltucs Campania, Confsal e Agta, hanno denunciato “fin dall’inizio dell’entrata in vigore del nuovo provvedimento di accesso al sito, l’insufficienza di spazi, casse, personale, tornelli, totem e strutture. In un sito archeologico patrimonio Unesco, con una media giornaliera di visitatori di almeno 15mila persone al giorno, le strutture esistenti risultano inadeguate e non consone. È inammissibile che centinaia di visitatori, quotidianamente, siano costretti ad attendere in fila sulla strada anche se già in possesso del ticket online. Che i gruppi accreditati debbano attendere almeno 45 minuti per entrare in possesso del biglietto davanti alla cassa preposta a causa del funzionamento di un software lento ed obsoleto. È altresì inconcepibile che i tornelli, pochi e lenti, provochino inevitabilmente una sorta di imbuto”.
“Riteniamo addirittura surreale – aggiungono ancora gli operatori – la situazione in alcuni varchi di accesso, dove nello stesso punto si concentrano visitatori che accedono al parco e altri che invece percorrono l’uscita, dando vita ad assembramenti difficilmente gestibili e atti a provocare finanche problemi di sicurezza e di incolumità di lavoratori e visitatori”.
Napoli, lite tra turisti israeliani e ristoratrice pro Palestina
La turista israeliana Gilli Moses, intervistata oggi dal quotidiano Il Mattino, definisce “vergognoso” l’accaduto. “Abbiamo toccato con mano cosa sia l’antisemitismo. Non avremmo mai immaginato potesse succedere a Napoli, città meravigliosa dove nell’aria si respirano libertà e amore. Valuteremo se dare seguito a questa nostra denuncia con un esposto formale”. Il video, ripreso da vari profili social, raccoglie centinaia di condivisioni e di reazioni di solidarietà. Altrettanto accade però con la replica della Taverna Santa Chiara, che a sua volta preannuncia querela per diffamazione, diffusione di immagini non autorizzate, incitamento all’odio e danno di immagine.
Le immagini non documentano l’inizio della lite, che secondo la ristoratrice Nives Monda avviene quando gli avventori israeliani iniziano a parlare della loro terra con i clienti del tavolo accanto. “Nasce una conversazione pacifica collettiva, io parlo della nostra scelta di aderire alla campagna contro l’apartheid israeliano e il genocidio palestinese. Di punto in bianco, loro iniziano ad attaccarmi”.
Da questo punto in poi gli israeliani iniziano a riprendere con il cellulare la titolare della taverna: fuori campo, le loro voci la accusano in inglese di essere antisemita e di sostenere il terrorismo, lei nega e alla fine, sempre in inglese, conclude: “Potete andare, non voglio i vostri soldi”.
“Una avventrice – dice Monda – dopo aver pranzato nel nostro locale, ha iniziato a parlare ad alta voce, facendo chiaramente intendere di essere sostenitrice dei crimini internazionali del governo israeliano contro il popolo palestinese. A quel punto abbiamo evidenziato che condanniamo il genocidio palestinese in atto, quale crimine contro l’umanità. La turista ha immediatamente iniziato ad accusarci di antisemitismo, di sostenere il popolo palestinese che, nelle sue parole, lei individuava come popolo di terroristi e, quindi, dí essere noi stessi a supporto di terroristi. La turista, nel frattempo, ha iniziato a riprendere noi e i nostri lavoratori, nonché altri clienti senza consenso di chi veniva ripreso (inclusi minorenni di un’altra famiglia di clienti), per poi diffondere il video in rete (un reato), diffamandoci come sostenitori del terrorismo e antisemiti (un altro reato)”.
Tutto ciò “scatenando una campagna di odio che da ieri sfocia in messaggi anonimi con minacce di spedizioni punitive, distruzione del locale, violenza fisica nei confronti della proprietaria e dello staff, auspici di stupro della proprietaria (tutti reati).
La nostra unica responsabilità è quella di aver preso posizione, nell’ambito della campagna degli Spazi Liberi dall’apartheid israeliano, contro il genocidio palestinese in atto. Alla luce della campagna di odio e mezzo social che è stata scatenata e delle minacce ricevute, volte a minare anche la nostra incolumità personale nonché l’andamento della nostra attività, sporgeremo formale querela”.
“I nostri legali, inoltre, hanno mandato di segnalarci tutte le diffamazioni a mezzo social che ci accusano, falsamente, di aver cacciato chicchessia dal locale, come dimostra lo stesso video diffuso dalla coppia. Nel nostro locale non tolleriamo e continueremo a non tollerare alcuna forma di esternazione razzista, sia essa ispirata da antisemitismo, islamofobia, o, come in questo caso, razzismo antipalestinese”, conclude la nota.
Cento anni di radici, sacrifici e ricordi: auguri ad Angiolina
Cittadini contro le tre gallerie di Via Martiri d’Ungheria: “Quei soldi vanno spesi per altro”
Un’opera inutile e dannosa. Il Comitato “Gallerie, no grazie” ha avviato la mobilitazione affinchè si impedisca il completamento di un”opera pubblica, avviata ai tempi dell’Amministrazione comunale governata da Antonio Pietrantonio e ferma da decenni, che dovrebbe realizzare un collegamento viario tra la zona alta e quella bassa della città. Finanziata dalla Regione Campania con i Fondi di Coesione, l’intervento è osteggiato da un Comitato di cittadini residenti principalmente nella zona di Via Martiri d’Ungheria, Viale Mellusi e Viale Atlantici che questa mattina hanno promosso una raccolta di firme per sollecitare le autorità della Regione e del Comune a bloccare questo progetto di lavoro.
Il Comitato chiede alla Regione Campania che il rilevante finanziamento di circa 27 milioni di euro venga destinato in alternativa alla contestata infrastrutturazione materiale ad opere di manutenzione straordinaria del patrimonio culturale.
L’accordo tra Comune e Regione per l’erogazione del maxi budget assegnato a Palazzo Mosti ha destato una particolare preoccupazione per i residenti della zona attorno a via Martiri d’Ungheria che temono per il moltiplicarsi dell’afflusso di auto e moto. Allarmati i cittadini hanno organizzato una raccolta di firme fino alle 13:00 e nei prossimi giorni presso un esercizio commerciale di via Martiri d’Ungheria.
Ma la mobilitazione proseguirà mentre si sta cercando una interlocuzione anche con i due consiglieri regionali.
Il Presidente del Comitato, Giovanni Giusti, nell’illustrare i motivi dell’iniziativa, ha attaccato. ” L’opera è totalmente inutile e dannosa perchè comporterebbe l’apertura di tre voragini in via Martiri d’Ungheria e diventerebbe ingestibile”. Al Comitato non convince nemmeno la finalità dell’opera con problematiche progettali e costruttive: “Vorremmo dialogo con l’amministrazioni. Per noi rappresenta una situazione che può generare solo pericoli”.
Sulla posizione assunta dal primo cittadino Celermente Mastella, intenzionato ad andare con questo progetto, Giusti ha dichiarato: “Il Sindaco rifiuta sostanzialmente di ragionare sul merito. Una pozione quasi di carattere ducale. La sua concezione di rapporti con la città in fondo è stata sempre quella. Ma la Regione si dovrà rendere conto che i soldi vanno spesi con oculatezza e che rispondono ad un bisogno della comunità. Qui la problematica è oggettivamente superata”.
”