L’intero quartiere di Secondigliano è sconvolto dalla morte di un 19enne, Vincenzo. Secondo le prime informazioni, si tratterebbe di un suicidio. È una tragedia in grado di varcare le rituali soglie del riserbo, naturalmente riservate a questi eventi. E così, un dolore privato esplode nel lutto di una comunità. A farlo emergere, sono i social, dove nome e volto del ragazzo sono ovunque. Il sintomo spontaneo di un avvenimento tragico, ma stavolta non comune. Si avverte uno smarrimento corale. Il cordoglio è di tanti volti di Secondigliano: le parrocchie, i volontari, la politica, la gente comune. E il mondo dello sport, cui il giovane apparteneva, da calciatore della squadra locale.
“L’intero quartiere di Secondigliano vive ore di profonda costernazione per la notizia della morte di Vincenzo, appena diciannovenne” scrive in un post monsignor Doriano Vincenzo De Luca, decano del VI Decanato. “La sua scomparsa ha ferito il cuore di tutti – spiega il sacerdote -: la sua famiglia, gli amici, le associazioni, le società sportive, la parrocchia che frequentava e ogni persona che, anche solo per un tratto di strada, ha condiviso con lui la vita”. Dinanzi a “una tragedia così grande – scrive don Doriano -, le domande si moltiplicano, ma le risposte non arrivano. E forse, in questo momento, non è nemmeno il tempo di analizzare o di cercare spiegazioni. È il tempo, invece, di fermarsi, di fare silenzio, di lasciar parlare il dolore senza riempirlo di parole inutili. È il tempo di pregare, di affidare Vincenzo all’abbraccio misericordioso del Padre, e di accompagnare con rispetto e vicinanza chi resta, perché non si senta solo nell’affrontare questa prova”. Dolore anche dalla parrocchia Sacri Cuori. “Oggi – si legge sulla loro pagina – il nostro cuore è pieno di tristezza. Ricordiamo con affetto Vincenzo, che per noi animatori sarà sempre “Vincenzino”. Quando era piccolo correva tra i cortili del nostro Grest con il sorriso di chi sapeva portare gioia a tutti. Era la nostra mascotte, un raggio di luce vivace e contagioso. Ora aveva 19 anni, ma nel nostro cuore resterà per sempre quel bambino che sapeva far sorridere tutti”. Cordoglio espresso pure dal presidente della Municipalità 7, Antonio Troiano: “La Municipalità 7 esprime le sue più sincere condoglianze per la tragica scomparsa di Vincenzo, un giovane di soli 19 anni”.
Struggente il messaggio del Secondigliano ASD, società in cui Vincenzo aveva militato all’età di 16 anni. “Oggi il nostro cuore è più pesante che mai – si legge -. Ci ha lasciato troppo presto un ragazzo che è stato con noi sin dal primo giorno: un vicino di casa, un compagno di squadra, un cugino da riprendere quando vedevi che aveva bisogno di un riferimento dentro e fuori dal campo. Il suo sorriso e la sua passione resteranno per sempre parte della nostra storia e nei ricordi di chi ha avuto il privilegio di conoscerlo. Solo pochi giorni fa ci avevi scritto, chiedendo quando avremmo ripreso le attività perché volevi tornare in squadra. Ti avevamo risposto, come sempre, che per te un posto ci sarebbe stato sempre. Stanotte, invece, hai deciso di fermarti qui. Ci stringiamo con affetto alla tua famiglia e a tutte le persone che ti hanno voluto bene. Riposa in pace, Vincè. Ti porteremo sempre in campo con noi”.
Dolente, ma anche rabbiosa la riflessione di Vincenzo Strino, giornalista e volontario nel suo quartiere. “Stanotte un ragazzo di 19 anni ha deciso di porre fine alla sua esistenza – afferma su Facebook-. Era entrato nel progetto del Secondigliano a 16 anni e pochi giorni fa aveva chiesto aggiornamenti sull’inizio della nuova stagione e noi gli avevamo risposto che lo avremmo accolto di nuovo a braccia aperte. È un momento di forte dolore per me e per tutti i ragazzi che ci hanno avuto a che fare in questi anni, condividendo pane, sogni e pallone. Vorrei scrivere tante cose perché sono avvelenato, ma proprio per questo eviterò di farlo, perché di fronte ad una narrazione perennemente positiva e di rinascita della città, non ci si accorge che la parte più fragile continua a non trovare ascolto. E ci tocca pure leggere quintali di stronzate sui giovani che non vogliono fare, che non vogliono essere, che non accettano. Mi limito a dire che questo è un posto che non vuole bene ai suoi ragazzi, ma probabilmente è proprio l’intera nazione a non volergliene e questo aggiunge ulteriore desolazione al fatto in sé. Noi però di bene te ne abbiamo voluto tanto, pure quando hai scassato la sbarra dietro una delle porte del campetto nuovo per fare le trazioni. E adesso quella sbarra rimasta storta sarà per noi il ricordo che anche i sogni vanno tenuti stretti, perché troppo spesso scivolano via. Ciao Veciè”.